“Il premier islandese è stato affondato tramite il Panamaleaks perché, per il sistema finanziario occidentale, era ben più pericoloso di Putin”. Come diceva Andreotti: “A pensare male si farà anche peccato, ma quasi sempre ci si azzecca!”.

In un precedente articolo Le ‘Press-titute’ proteggono l’Occidente dalla talpa di Panama tradotto dall’originale inglese di Craig Murray (Corporate Media gatekeepers protect western 1% from Panama leak), si spiega perché il Panamaleaks puzza lontano un miglio. In breve: file sottratti da una talpa ignota; filtrati da un sedicente “Consorzio Internazionale di Giornalisti Investigativi” che è finanziato da grandi fondazioni private USA; ulteriormente filtrato e divulgato a puntate dai grandi media multinazionali, tipo quel Guardian che distrusse i file Snowden obbedendo ai servizi segreti militari inglesi e che nelle sue prime rivelazioni sul Panamaleaks prende di mira Russia, Corea del Nord, Siria e Zimbabwe, mentre il 99% del malloppo appartiene a soggetti occidentali. L’Islanda, come pure le rivelazioni sul defunto padre del premier inglese Cameron, a prima vista, possono sembrare un “contentino” per dare l’impressione che si controllano anche i paesi occidentali… Ma intanto la prima testa a cadere è proprio quella del premier islandese. E’ un caso?

Il premier islandese Sigmundur Davíð Gunnlaugsson era pericolosissimo per il sistema bancario e finanziario dell’intero occidente per molte ragioni, fra cui:

– andato al potere sull’onda di protesta popolare per la crisi bancaria, aveva messo in galera i banchieri islandesi, e mandato al diavolo le banche creditrici, il FMI, e tutti gli sciacalli che stanno alla loro corte.

– l’Islanda ebbe una rapida ripresa economica, e Gunnlaugsson dichiarò ripetutamente che l’Islanda non si sarebbe mai ripresa se fosse stata nell’euro, anzi avrebbe fatto la stessa fine della Grecia (Iceland PM: We dodged the EU bullet).

– Gunnlaugsson aveva commissionato al Parlamento uno studio per una radicale riforma monetaria (“Fundamental reform of the monetary system must be considered.” Says head of Iceland Parliament’s Committee for Economic Affairs). Il rapporto è stato pubblicato un anno fa, attingendo da una vasta letteratura che data dagli anni ’20, con contributi di personaggi del calibro di Friedman, Tobin, Kay e Kotlikoff. Il documento dichiara di aver anche largamente attinto alle proposte di Positive Money UK e di Huber & Robertson.

Nei mesi scorsi la Commissione Parlamentare ha ricevuto commenti da chiunque nel mondo volesse inviarli, ed ora la proposta è in dirittura d’arrivo per la discussione parlamentare.

NOTA BENE: l’alternativa alle dimissioni del premier erano le nuove elezioni.