Manca una settimana al referendum del 17 aprile per cercar di salvare l’ambiente marino e le coste italiane dalle pratiche inquinanti e devastanti dell’avida e proterva lobby del petrolio; e mentre non è incerto se tra i votanti prevarranno i sì a difendere la vita e la civiltà, è incerto se il numero di coloro che si recheranno alle urne supererà il quorum richiesto dalla legge (ovvero il 50% più uno degli aventi diritto al voto) affinché l’esito referendario abbia valore vincolante.

Misero il paese governato da siffatti messeri

Il governo, infatti, le ha tentate tutte per impedire che il referendum raggiunga il quorum. Dapprima fissando la data in un giorno distinto e distante da quello del voto per le elezioni amministrative (che coinvolgono molti comuni ed alcune popolosissime città come Milano, Napoli e Roma), sperperando così stoltamente centinaia di milioni di euro del pubblico erario quando sarebbe stato ovvio allestire i seggi per il referendum e le elezioni una sola volta nella stessa giornata. Successivamente con reiterate dichiarazioni menzognere di prominenti suoi rappresentanti: menzogne peraltro anche incoerenti, intese a far credere sia che il referendum nulla contasse sia che il referendum fosse una catastrofe (si decidano i signori del governo: o sostengono l’una bugia o l’altra, giacché ambedue è impossibile: ma agli imbroglioni ovviamente della logica non cale granché). Infine propagandando forsennatamente l’astensione dal voto con dichiarazioni in flagrante contrasto con i doveri di chi occupa cariche pubbliche in un ordinamento democratico che appunto si regge sul diritto di voto, ovvero sulla partecipazione dei cittadini alle decisioni pubbliche. Misero il paese governato da siffatti messeri.

Null’altro che la pura e semplice legalità, moralità e ragionevolezza

Sta di fatto che quanto dal quesito referendario letteralmente richiesto è null’altro che la pura e semplice legalità, moralità e ragionevolezza. Poiché esso chiede precisamente ed inequivocabilmente di stabilire regole e limiti certi ai contratti. Ed è tristissimo dover rilevare come nel nostro paese in ambiti di importanza – come si usa dire – “strategica” sia necessario un referendum per ottenere che nei negozi giuridici vi sia il rispetto della logica, dell’etica, del diritto.

Noi diciamo di sì

Vero è anche che il referendum ha un valore che va oltre il semplice tema del quesito proposto (ne erano stati peraltro proposti anche altri, che al voto non sono però giunti), e questo valore è a tutti chiaro: se si debba difendere l’ambiente dall’assalto degli speculatori, degli avvelenatori, dei devastatori: e noi diciamo di sì; se di debba difendere la salute delle persone dai crimini ambientali degli avidi inquinatori: e noi diciamo di sì; se si debba difendere il diritto delle future generazioni a un mondo vivibile: e noi diciamo di sì; se si debba difendere la bellezza del mondo vivente da chi vorrebbe ridurlo a cloaca e deserto: e noi diciamo di sì; se si debba difendere il bene comune: e noi diciamo ancora una volta di sì.

Grazie al cielo, la magistratura

Se ancora pochi giorni fa la maggioranza della popolazione poteva essere distratta e turlupinata dalle ciance di lorsignori, se ancora poteva essere torpida e ignara della posta in gioco, ebbene, le inchieste della magistratura – come quella che proprio in questi giorni e’ giunta a sentenza e quella che proprio in questi giorni ha portato all’imputazione di personaggi “eccellenti” della lobby del petrolio e del regime della corruzione – hanno aperto gli occhi a tutti: hanno rivelato quali infami crimini siano stati commessi dai mascalzoni che pretendono di continuare a delinquere a danno del bene comune, a danno del nostro ambiente di vita, a danno dei diritti di tutti i cittadini e dell’umanità intera. E tutto il castello di menzogne costruito dai signori del regime della corruzione a vantaggio dei loro compari arraffatori e devastatori è crollato come un castello di carte: tutti i cittadini hanno finalmente capito il sordido gioco ed i loschi interessi di chi vuole boicottare il referendum per poter continuare a favoreggiare gli amici degli amici.

Ditelo dai tetti

Domenica 17 aprile, tra una settimana, occorre votare sì alla verità, sia alla legalità, sì all’umanità. Occorre votare sì alla salvezza dell’ambiente marino e delle coste italiane, sì alla democrazia, sì al bene comune. Chi legge queste parole lo faccia sapere a chi non lo sa, persuada i pigri e gli incerti a difendere insieme i diritti di tutti.

L’associazione “Respirare” è stata promossa da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell’ambiente. Dal 2007 i suoi animatori hanno promosso e guidato fino alla vittoria la campagna che ha salvato dalla devastazione il prezioso bene comune dell’area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame di dantesca memoria – iniziativa che ebbe tra i promotori gli indimenticabili Alfio Pannega, Gianni Fiorentini, Mario Onofri, Giuseppe Tacconi, amici e compagni di lotta che ci hanno lasciato ma che vivono nel nostro ricordo e che con la loro testimonianza ci hanno donato anche un esempio di impegno per il bene comune dell’umanità, esempio a cui chi resta intende restare fedele.

Mittente: Associazione “Respirare”, e-mail: nbawac@tin.it, info@coipiediperterra.org, centropacevt@gmail.com