Il Paraguay, la cui capitale prende il nome da quel giorno dell’Assunzione, in cui nel 1537 il Conquistador Juan de Salazar y Espinosa de los Monteros fondò La Muy Noble y Leal Ciudad de Nuestra Señora Santa María de la Asunción, si trova nel cuore dell’America del Sud. Il Paraguay ha 406.752 km2, dove vivono sparse circa 6 milioni di persone. La terra abbonda quindi, ma è in mano di pochi. Il 2% della popolazione possiede, anche illegalmente, l’82%della terra. 4 persone su 10 vivono in povertà estrema. 300 mila famiglie non possiedono terra, né affittata, né comprata, niente. Non vi è il mare, ma molta acqua dei fiumi che lo percorrono. Questo paese assieme al Brasile è la più importante riserva d’acqua dolce del continente.  Vi si trovano due grandi e importanti dighe bi-nazionali, Itaipú con il Brasile e Yacyretá con l’Argentina. Ha avuto la dittatura più lunga dell’America Latina. Il generale Stroessner lo dominò dal 1954 al 1989. Il suo partito, il Partido Colorado si mantenne al potere per 61 anni fino al 2008, quando venne eletto l’ex vescovo Fernando Lugo dell’Alianza Patriotica, un evento epocale. Lugo venne poi deposto nel 2012, il 22 giugno. La ragione, tra altre, fu il massacro avvenuto a Curuguaty, il 15 giugno del 2012. A Lugo succedette il suo vice, Federico Franco del Partido Liberal. Nell’agosto 2013 venne eletto Horacio Cartes del Partido Colorado. In quest’isola circondata da terra, come la descrisse lo scrittore Roa Bastos, si parlano due lingue, il guaraní e lo spagnolo.

Massacro di Curuguaty

La drammatica vicenda del massacro di Curuguaty è significativa ed emblematica del Paraguay, non solo di questi ultimi anni. Il 15 giugno 2012, 326 poliziotti, con furgoni e un elicottero, entrarono per far sloggiare illegalmente campesinos e le loro famiglie che occupavano le terre pubbliche di Marina Kue. Il risultato fu la morte di 11 campesinos, alcuni uccisi quando erano a terra feriti, e di 6 poliziotti.  Immediatamente l’allora presidente del Paraguay fu accusato di “portare il caos e la lotta di classe tra i compatrioti” e il 22 giugno fu destituito. Il suo vice, Federico Franco, lo sostituì fino al 15 agosto 2013, quando fu eletto Horacio Cartes del Partido Colorado.  Del massacro di Curuguaty sono accusati ingiustamente i campesinos: Rubén Villalba, Néstor Castro, Felipe Benítez, Dolores López, Adalberto Castro, Arnaldo Quintana, Lucia Agüero, Juan Carlos Tillería, Alcides Ramírez, María Fani Olmedo, Felipe Nery Urbina, Luis Olmedo e Raquel, adolescente al tempo dell’accaduto. Meno Rubén Villalba, imprigionato nella prigione di Tacambù, gli altri sono ai domiciliari. Dopo quasi 4 anni il processo è ancora in corso. Ha subito vari rinvii e interruzioni. Il pubblico ministero, strumento di questa ingiustizia è Jalil Rachid, lo stesso che diresse l’operazione illegale di Marina Kue e la cui famiglia ha rapporti con Riquelme che occupava quei terreni, che per il lavoro sporco è stato premiato con la nomina a viceministro di Sicurezza. Nel corso del processo sono emerse molte contraddizioni, smascheramenti di false testimonianza e testimonianze che contraddicono l’accusa. Eclatante in una delle ultime udienze è stata la testimonianza dell’ex presidente Franco che ha affermato che Curuguaty è stata una montatura per far cadere Lugo. Si prevede la conclusione del processo a giugno, ma considerato come stanno andando le cose, riprese e sospensioni si alternano, sarà difficile che questa previsione vengano mantenute. Nello stesso tempo stanno crescendo le pressioni nazionali e internazionali affinché questo processo farsa venga anullato

Horacio Cartes, Presidente della Repubblica

Il Paraguay attuale è dominato da Horacio Cartes, Presidente della Repubblica ed esponente di una oligarchia borghese legata alla finanza, al  latifondo e ad affari anche illegali, come el lavado de dinero. Questo gruppo sta facendo una vertiginosa accumulazione economica attraverso grandi affari legati allo stato. Tra il 2012 ed il 2015 il Paraguay si è indebitato di circa 3000 milioni di dollari e si prevedono altrettanti in un futuro prossimo. Questa gigantesca massa di denaro è controllata direttamente da Horacio Cartes e dal suo ristretto gruppo soci di questi. Cartes sta eliminando, politicamente, tutti coloro che si oppongono a questa linea liberista e autoritaria, compresi alcuni del Partido Colorado, che lo sostennero per conquistare la presidenza.

Opposizioni e critiche a Horacio Cartes sono molte. Per esempio, dopo un recente richiamo al dittatore Alfredo Stroessner, Amnesty International ha dichiarato: “ Signor Presidente, rivendicare la dittatura è come schiaffeggiare ognuna delle vittime.” Altre critiche riguardano gli scarsi o nulli risultati della sua politica sociale economica

Importante è un documento di Bloomberg, del 22 marzo scorso, di Andrew Martin e Juan Pablo Spinetto, dal significativo titolo: Can Paraguay Escape Decades of Despotism, Ineptitude, and Corruption? (www.bloomberg.com/…/2016-paraguay-president-… ) I due autori fanno riferimento a una conferenza tenuta da Cartes all’ Università di New York: “Paraguay, terra di opportunità.”, e si chiedono: “ Opportunità per chi? Per i dittatori? Per i contrabbandieri? Per i nazi?” Martin e Spinetto, dopo aver raccontato la disastrosa storia del Paraguay, descrivono anche Horacio Cartes.  Figlio di un rappresentante dell’impresa Cessna, iniziò a fare affari ancora alle scuole superiori, importando pezzi di ricambio di arei. Nel 1980 iniziò un’impresa di cambio di moneta straniera e 5 anni dopo accusato di falsificare documenti per ottenere più favorevoli tassi di scambio dalla banca centrale fu costretto a lasciare il paese e a rifugiarsi 4 anni in Brasile . Ritornato in patria alla caduta di Stroessner, nel 1989, trascorse alcuni mesi in prigione. Nel 1996 fondò Tabesa, una fabbrica di sigarette che per anni ebbe a che fare con contrabbando al e dal Brasile. Tabesa è una delle tante attività economiche di Cartes. Nel 2000 la polizia sequestrò in una delle sue proprietà un areo carico di droga, che secondo Cartes aveva fatto un atterraggio di fortuna. Nel 2010 un documento dell’americana DEA (Drug Enforcement Admnistration) pubblicato da WikiLeaks accusò un’impresa di Cartes di aver lavato una quantità ingente di denaro, guadagnata in attività illegali.

In conclusione, Andrew Martin e Juan Pablo Spinetto, dubitano che il Paraguay, sotto la guida di Horacio Cartes possa sfuggire da decadi di despotismo, inettitudine e corruzione. A parte i dubbi di Bloomberg, alcuni provvedimenti legislativi di Horacio Cartes quali la riforma fiscale, la Ley de Responsabilidad Fiscal, la Ley de Alianza Público Privada, il divieto di tasse sulla soia, etc., etc., non vanno di certo incontro agli interessi nazionali e popolari del Paraguay. Inoltre la riforma della sicurezza configura un modello di società liberistico autoritaria.