Articolo di Barbara De Rosa

L’uomo sulla Luna? Mai andato. Elvis Presley? Vivo e vegeto. Il Governo? Tutto in mano al New World Order. I Vaccini? Inutili.

Secondo la Teoria del Complotto la causa prima di numerosi eventi, specialmente politici e pubblici, va rintracciata nella cospirazione. Trattandosi di teorie, come suggerisce Wikipedia, non esistono prove che ne dimostrino la validità, o perlomeno esse non risultano sufficientemente veritiere. Ma anche l’incredulità ufficiale, secondo i sostenitori, sarebbe un tentativo per impedire una fedele ricostruzione dei fatti.

C’è però da fare una precisazione: se la Teoria del Complotto scorge nei complottisti la fonte di ogni male, il termine complottismo designa invece coloro che credono a qualunque teoria alternativa in modo acritico, senza approfondire adeguatamente l’argomento. Possiede quindi un senso dispregiativo. Ma ultimamente le due espressioni vengono spesso confuse, e di seguito le impiegherò, per comodità, come sinonimi.

Gli effetti negativi delle Teorie del Complotto

Al di là dei fraintendimenti etimologici, ciò che mi interessa è riflettere sugli effetti del complottismo. Innanzitutto tengo a precisare che sebbene la maggioranza di tali teorie ipotizzino scenari apocalittici, ve ne sono alcune che inducono riflessioni interessanti. Tanto per non fare di tutta l’erba un fascio. Il problema principale del complottismo, semmai, è il pessimismo di fondo. Accusare continuamente i poteri forti descrivendoli come mostri famelici non induce certo una visione rosea dell’esistenza. Sebbene i sostenitori di tali teorie ci incoraggino alla ribellione, la loro descrizione della realtà è infatti talmente devastante da indurre, di fatto, solo un senso di fallimento e disperazione. Ed ecco che, puntualmente, dopo aver letto l’ennesima teoria del complotto, la nostra anima si sente sofferente, priva di speranza. Che non sia proprio questo il loro scopo? Renderci pessimisti in merito al futuro e alla possibilità di intervenire attivamente al cambiamento? Chissà.

Sta di fatto che il complottismo ci rende passivi inducendoci a credere che il potere forte sia talmente forte da non essere arginabile. Nell’ottica di un sostenitore di tali teorie, sembra un’ottima strategia di addormentamento delle coscienze. Ti faccio credere che tutto sia buio, che non ci sia via di scampo, che il male regni sovrano, in modo da indurti una tale sfiducia nel presente da renderti totalmente rassegnato allo status quo. Poi, per rendermi credibile, aggiungo “ribellati”, ma a quel punto è troppo tardi perché il suggerimento abbia qualche effetto sulla mia coscienza addormentata.

I complotti sono permeati di oscurità, negatività, senso di impotenza e, quindi, anziché indurci a una reazione costruttiva, incrementano il pessimismo, la convinzione inconscia che sia impossibile cambiare le cose. Sebbene i complottisti incoraggino le persone a ribellarsi, nelle loro parole risuona l’eco della sconfitta e della guerra, difficilmente la voce del cuore. D’altronde se tali teorie rappresentassero una reale minaccia a un ipotetico potere dittatoriale, circolerebbero ovunque con tanta facilità? Detto questo, sono convinta che molti dei sostenitori del Complottismo siano assolutamente in buona fede, sono gli effetti di tali Teorie a non convincermi. Lo scopo potrebbe essere nobile, ovvero favorire il risveglio, ma il modo è discutibile poiché improntato alla negatività.

I piccoli gesti migliorano il mondo

Le nostre piccole e normali esistenze contano moltissimo. Se tutti noi, piccoli come siamo, ci impegnassimo a scoprire la nostra vera natura, dedicando del tempo al risveglio interiore, e se ogni giorno ci sforzassimo un pochino di essere gentili, amorevoli, rispettosi, e di non fare agli altri ciò che non vorremmo fosse fatto a noi, tanto per citare un Grande, il mondo inizierebbe a mutare. E a quel punto i poteri forti, sempre che detengano tutto questo potere, non riuscirebbero ad arginare il nostro entusiasmo.

Ma quando smettiamo di sognare e di credere nella felicità e nell’amore, ecco che facciamo esattamente il loro gioco, divenendo specchi, noi stessi, di un mondo votato all’odio e alla corruzione. Sì, l’unione fa la forza e se tanti piccoli uomini decidessero di seguire la propria voce interiore, correndo il rischio di perdere il posto fisso per un lavoro sintonizzato con la propria anima, correndo il rischio di risultare eccessivamente ottimisti per i tempi che corrono, il mondo sarebbe diverso. Non crediamo a chi ci dice che è bene accontentarsi, a chi sostiene che non dobbiamo chiedere troppo. Tutti abbiamo diritto a una vita piena e appagante.

La corruzione che ci sovrasta altro non è che uno specchio della nostra interiorità. Inutile continuare ad accusare i “Grandi” per evitare di guardarsi dentro. E’ tempo di assumerci la nostra fetta di responsabilità e di ammettere che, se siamo giunti a un’epoca tanto difficile, la colpa non va necessariamente rintracciata nei poteri occulti o nel New World Order, ma dentro di noi. Finché avevamo da ingurgitare, nessuno si poneva il problema dell’origine del cibo. Finché la Terra sopportava i soprusi, silenziosa, nessuno pensava all’inquinamento. E una volta giunto l’inevitabile crollo, tutti pronti a puntare il dito sui Governi, sui grandi industriali, sui poteri occulti e chi più ne ha più ne metta. Vi dice qualcosa l’espressione “lavarsi le mani”?

Ed è proprio questo il grande limite delle Teorie del Complotto, puntare il dito sull’altro anziché stimolare le persone a guardarsi dentro, ammettendo la verità, per quanto amara. Ma è da un cambiamento di prospettiva interiore che nasce l’autentica metamorfosi. Ovvero dalla capacità e dal coraggio di affrontare i propri demoni per poi rinascere migliori. D’ora in avanti, quanto ti imbatterai in una Teoria del Complotto, prova a sfruttarla in modo diverso, come strumento per osservare la tua interiorità.

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