Di Leonardo Cavaliere

Nel 2015 è stata superata quota un milione di persone che hanno raggiunto l’Europa. I dati forniti dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) registrano una cifra quattro volte superiore rispetto al 2014, dichiarando che ci troviamo di fronte al più grande afflusso di migranti dall’indomani della Seconda Guerra Mondiale, segnale del livello record di problemi nel mondo.

Quasi 3.700 profughi, molti dei quali bambini, in fuga da Africa e Medio Oriente, sono morti nel tentativo di attraversare il Mediterraneo e il Mar Egeo. Nonostante l’inverno e il peggioramento delle condizioni del mare, l’esodo continua, anche se ad un ritmo meno serrato. E per i tanti non ce l’hanno fatta molti altri sono riusciti a raggiungere l’agognata meta.

Secondo i dati dell’OIM, dalla metà di ottobre i morti sfiorano una media di 10 al giorno. Una strage quotidiana, dinanzi alla quale i più sono capaci solo di commiserare le piccole vittime guardandosi bene però dal comprendere cosa li ha portati a morire, cosa stanno vivendo nel nostro paese gli altri minori che fortunatamente sono riusciti ad arrivare e soprattutto cosa siamo tutti chiamati immediatamente a fare.

Su un totale di 1.005.504 arrivi, dato aggiornato al 21 dicembre, la stragrande maggioranza – 816.752 – sono arrivati ​​via mare in Grecia. 150.317 sono arrivati ​​via mare in Italia. Cifre molto inferiori in Spagna (3.845) , Cipro (269) e Malta (106). 34.215 sono riuscite ad attraversare via terra, prima che fosse definitivamente chiuso, il confine turco-bulgaro.

Il dato complessivo registra un aumento di quattro volte il numero di arrivi rispetto al 2014. Gran parte dell’aumento è dovuto alla fuga dei siriani dalla guerra civile e dai campi profughi del Libano e della Turchia. Afgani, Iracheni ed Eritrei sono la maggior parte degli altri profughi che hanno contribuito a far crescere il numero.

«Sappiamo che le migrazioni sono inevitabili, necessarie e desiderabili», ha affermato il capo dell’Oim, William Lacy Swing. «Ma non basta contare il numero di quanti arrivano o dei quasi 4.000 che quest’anno sono morti o dichiarati dispersi. Dobbiamo anche agire. Le migrazioni devono essere legali, sicure e protette sia per gli stessi profughi sia per i paesi che li accolgono», ha puntualizzato.

Michael Moller, direttore dell’ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra, ha detto nel corso di una conferenza stampa: “Non capisco perché le persone stanno insistendo sul fatto che si tratta di un problema europeo. Questo è un problema globale.“

L’isola di Lesbo è ora la porta d’ingresso principale dei rifugiati in Europa. Poco meno della metà di coloro che sono entrati nel vecchio continente nel 2015 sono transitati per l’isola dell’Egeo, utilizzandola come punto di sosta tra la Grecia continentale e le rive della Turchia.

Secondo l’Alto Commissariato ONU per i rifugiati, nel 2016 i numeri delle migrazioni saranno simili a quelli del 2015. Il movimento da record delle persone verso l’Europa è un segnale del livello record di problemi nel mondo, con un numero di sfollati interni e di rifugiati che oltrepassa i 60 milioni, ha fatto sapere la scorsa settimana L’Alto Commissariato ONU per i rifugiati.

“Con i sentimenti xenofobi in rapida crescita in diversi ambienti, è importante riconoscere i contributi positivi che i rifugiati e i migranti apportano alla società in cui vivono e anche onorare i valori europei fondamentali: protezione della vita, difesa dei diritti umani e promozione della tolleranza e della diversità”, ha detto l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Antonio Guterres.

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Fonte: www.minoristranierinonaccompagnati.blogspot.it