Il colosso automobilistico tedesco Volkswagen negozierà con la magistratura brasiliana una forma di risarcimento per aver collaborato con le dittature al potere nel paese sudamericano fra il 1964 e il 1958: lo ha detto al quotidiano “O Estado de São Paulo”  Manfred Griegerk, direttore del dipartimento della Comunicazione storica del marchio, che ha da poco visitato il Brasile incontrando gli inquirenti locali.

“Abbiamo aperto un dialogo su come trovare un accordo…Una possibilità sarebbe quella di realizzare un memoriale, insieme ad altre istituzioni brasiliane, come i sindacati…Valuteremo i pro e i contro” ha dichiarato Griegerk in una email, stando a quanto pubblicato dal giornale.

A settembre, un gruppo di ex lavoratori e attivisti per i diritti umani ha presentato una denuncia formale in cui Volkswagen è accusata di aver consentito torture e altri abusi contro decine di operai che si opponevano alla dittatura. In base alla denuncia, almeno una dozzina di lavoratori furono arrestati e torturati nella fabbrica in cui erano impiegati a São Bernardo do Campo, nella regione metropolitana di San Paolo; la casa automobilistica tedesca è stata accusata anche di stilare “liste nere”.

La denuncia è stata promossa dal Forum dei lavoratori per la verità, la giustizia e la riparazione, con il sostegno di sindacati, avvocati e attivisti per i diritti umani. Ha anche l’appoggio della Commissione nazionale della Verità, organismo creato nel 2012 dalla presidente Dilma Rousseff per investigare sui crimini delle recenti dittature

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