Sono in corso anche oggi in Egitto le operazioni di voto per le elezioni legislative che serviranno a determinare i 596 rappresentanti del nuovo parlamento nazionale. Le urne si sono aperte ieri mattina in quello che è il primo di due lunghi turni elettorali (il secondo è previsto in novembre, ndr) per un voto più volte rinviato. I risultati sono attesi per l’inizio di dicembre.

Questa mattina Abdullah Fathi, capo del Club dei Giudici, organizzazione non ufficiale ma che rappresenta la maggior parte della magistratura egiziana, ha definito l’affluenza dei votanti “incredibilmente bassa”. In un’intervista all’emittente Al Ahayat, Fathi ha detto che nella giornata di ieri  “non si sono registrati scontri o violenze” e ha aggiunto con ironia “nemmeno elettori”.

Per incentivare la partecipazione, le autorità egiziane hanno annunciato oggi una mezza giornata di vacanza per tutti gli impiegati del settore pubblico. “Mettetevi in fila davanti ai seggi e contribuite, col vostro voto, a rafforzare le speranze per un futuro luminoso per il nuovo Egitto” ha detto sabato in un messaggio alla nazione il presidente Abdel Fattah al Sissi, i cui candidati sono considerati favoriti nella competizione.

Il precedente parlamento era dominato dai sostenitori del precedente capo di Stato, Mohammed Morsi, deposto da un golpe militare guidato da Al Sissi nel luglio 2013. Oggi gli esponenti della Fratellanza musulmana non possono partecipare al voto in quanto l’organizzazione – dichiarata “terroristica” – è stata bandita dal panorama politico e molti dei suoi leader sono in carcere o in attesa di giudizio.

Al contrario, sui manifesti elettorali, figurano numerose personalità dell’era Mubarak, che si credevano spazzate via dalla rivoluzione del 2011. Anche se i rappresentanti della commissione elettorale hanno criticato i resoconti della stampa odierna, sottolineando che “è troppo presto per giudicare”, gli osservatori concordano  nell’attendersi una bassa percentuale di affluenza al voto. Molti egiziani – dicono – sono rimasti delusi dal processo democratico e la frustrazione per le politiche messe in atto dal nuovo governo, è particolarmente diffusa tra i giovani.

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