Sei anni dopo la fine della guerra civile, la tortura dei Tamil da parte della polizia e dei militare resta un grave problema. Lo afferma un rapporto pubblicato oggi da una organizzazione dei diritti, Freedom From Torture (Fft), del Regno Unito, che fornisce assistenza medica ai sopravvissuti. Lo studio si basa su prove mediche del periodo 2009-2014 e relative a 148 sopravvissuti alle torture nel paese: di loro il 94% sono Tamil.

Il rapporto è stato pubblicato in vista delle elezioni della prossima settimana, in cui l’ex-presidente, Mahinda Rajapaksa, spera di recuperare il potere, nonostante il suo governo sia stato accusato di brutalità sistematiche contro i Tamil, anche dopo la sconfitta militare delle Tigri Tamil (Ltte), nel 2009.

“La nuova leadership dovrà affrontare gli interessi acquisiti dalle forze militare, dalla polizia e dai servizi segreti che fino ad ora hanno resistito a rinunciare alla tortura” si legge nel rapporto, dove si afferma che quasi tutti i casi riguardano Tamil arrestati perché sospettati di avere legami personali o familiari con le ex-Tigri o con la diaspora Tamil. Più di un terzo dei coinvolti in casi di tortura sono persone che erano tornate in Sri Lanka dalla Gran Bretagna, dopo la fine della guerra.

L’organizzazione ha quindi invitato  il ministero degli Interni britannico a prendere in considerazione le prove contenute nella relazione, quando dovrà valutare le richieste di asilo provenienti da cittadini dello Sri Lanka.  “Il Regno Unito – ha detto il direttore Sonya Sceats – ha bisogno di prestare la massima attenzione all’allarmante prova che più di 50 Tamil ritornati da qui con un reale o supposto collegamento nel passato con le Tigri Tamil, sono stati torturati”. I funzionari dell’ Alto Commissariato dello Sri Lanka, a Londra, non sono stati immediatamente disponibili per un commento.

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