Quasi raddoppiati gli arrivi nei paesi dell’Europa del Sud, più che triplicate le morti di migranti nei naufragi del Mediterraneo: lo documenta un rapporto diffuso oggi dall’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr), che pone i dati dei primi sei mesi del 2015 in relazione a quelli dello stesso periodo dello scorso anno.

Stando all’ente dell’Onu, tra il 1° gennaio e il 30 giugno 2015 sulle coste di Italia, Grecia, Malta e Spagna sono approdati 137.000 migranti, perlopiù originari della Siria, dell’Eritrea e dell’Afghanistan. L’incremento rispetto ai primi sei mesi del 2014, quando gli arrivi erano stati circa 75.000, sarebbe stato dell’83%. Ancora maggiore l’aumento del numero delle vittime delle traversate del Mediterraneo: se nella prima parte dello scorso anno erano state almeno 588, negli ultimi sei mesi hanno raggiunto quota 1867.

“Mentre l’Europa discute il mondo migliore per affrontare questa crisi che nel Mediterraneo si aggrava sempre più – ha sottolineato Antonio Guterres, Alto commissario dell’Onu per i rifugiati – abbiamo il dovere di essere chiari: la maggior parte delle persone che arrivano via mare cercano scampo dalla guerra e dalla persecuzione”.

Secondo l’Unhcr, nei primi sei mesi del 2015 il numero degli arrivi in Italia (67.500) e in Grecia (68.000) è stato pressoché equivalente. Nel rapporto si sottolinea però che la rotta del Mediterraneo orientale dalla Turchia alla Grecia è divenuta la principale fonte di migranti, superando la direttrice centrale dal Nord Africa all’Italia.