Si è conclusa oggi la raccolta firme per la campagna Minerali Clandestini (www.mineraliclandestini.org) in vista della discussione in Commissione Europea di domani, 20 maggio, sulla tracciabilità della provenienza dei minerali preziosi come oro, diamanti, coltan (da cui si estrae il tantalio, contenuto in ogni apparato elettronico di uso quotidiano, dal telefono al computer), tungsteno e tanti altri. Si tratta di un commercio, spesso illegale, che permette a numerosi gruppi armati di finanziarsi e che dà origine a scontri, massacri, sfruttamento minorile e lavoro schiavizzato. Quegli stessi minerali vengono utilizzati nella telefonia, nell’elettronica e nell’informatica, nel silenzio assoluto dei media, e le imprese europee, acquistando risorse dalle aree di conflitto o ad alto rischio, alimentano la violenza a scapito dei diritti umani, della pace e dello sviluppo.

La legge in discussione in Commissione europea si propone di assicurare un acquisto responsabile dei minerali da parte delle imprese quando questi vengono estratti da zone in conflitto, con l’obiettivo di spezzare il legame tra guerra e risorse naturali. Tuttavia, il testo non impone alle imprese la trasparenza sulle catene di acquisto, ma si limita a un “incoraggiamento” su base volontaria e solo su quattro minerali (oro, stagno, tantalio e tungsteno) dei molti altri oggetto di questo tipo di commercio.

La campagna di sensibilizzazione, promossa da Solidarietà e Cooperazione Cipsi insieme a Chiama l’Africa, attraverso la raccolta firme chiede ai parlamentari europei di applicare la legge:

  • in maniera obbligatoria e non volontaria
  • a tutte le risorse naturali
  • a tutte le imprese europee che introducono sul mercato europeo prodotti contenenti minerali estratti in zone di conflitto.

La discussione in corso può ancora modificare il testo di legge e fare un ulteriore passo avanti nello sviluppo di una direzione nonviolenta, ma si tratta comunque di una tematica che ci coinvolge tutti, anche a livello personale. Ecco cosa si può fare:

–     informarsi: un consumo critico e responsabile è una spina del fianco delle lobby che alimentano il mercato della guerra

–          comprare solo quando è necessario

–          riciclare l’usato

–          scegliere prodotti che siano il più possibile certificati

–          promuovere azioni per chiedere ai produttori l’utilizzo di materiale “etico”, e…

–          stare dalla parte delle vittime!

 

Matilde Mirabella