Si è svolto nel corso di tre giornate, gli scorsi 10, 11 e 12 aprile, il secondo incontro italiano di solidarietà con la rivoluzione bolivariana, che ha radunato, in tre luoghi particolarmente significativi della città di Napoli, organizzazioni sociali e culturali, associazioni e comitati, partiti e collettivi, reti e articolazioni sociali, che s’ispirano agli ideali della democrazia e del progresso, si riconoscono in una comune azione contro l’imperialismo e contro la guerra e si collocano a fianco del “processo” bolivariano, con le sue conquiste ed i suoi traguardi.

A convocare, in occasione del precedente incontro nazionale, tenuto lo scorso anno a Roma, nel corso del quale era stato dato vita alla costituzione della rete nazionale, i lavori del secondo incontro è stata la rete nazionale di solidarietà “Caracas ChiAma”, che rappresenta un’esperienza, singolare per molti aspetti, di “affinità” tra soggettività sociali e politiche, strutturate e non, che intendono, idealmente e concretamente, istituire un ponte – per dirla in termini bolivariani – “reciproco e solidario”, tra Roma e Caracas, tra i diversi nodi locali della rete italiana e l’esperienza della rivoluzione socialista in Venezuela, da Chavez in poi.

Molto significativi, come si diceva all’inizio, i luoghi che hanno ospitato la tre giorni bolivariana a Napoli, rispettivamente l’ex Asilo Filangieri, a suo tempo destinato a sede del fallimentare Forum Universale delle Culture di Napoli e oggi occupato e restituito alla fruizione pubblica dal collettivo dei lavoratori dell’immaginario dell’Asilo (che ha ospitato la giornata inaugurale), la Mensa Occupata, il cui collettivo ha ripristinato e messo a funzione sociale gli spazi della ex mensa universitaria di Napoli (che ha ospitato i tavoli di lavoro della seconda giornata) e l’ex-OPG “Je so’ pazzo”, dove le strutture dell’ospedale psichiatrico giudiziario dismesso, luogo di reclusione e sofferenza, sono stati trasformati in luoghi di inclusione e di iniziativa, sociale e culturale (che hanno ospitato i lavori della sessione plenaria finale).

É stato soprattutto nella sessione inaugurale, con la partecipazione alla conferenza di apertura, tra gli altri, dell’ambasciatore in Italia della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Isaias Rodriguez, dei consoli generali a Milano e a Napoli, e dell’ex ministro dell’ambiente del governo bolivariano, Ana Elisa Osorio; e nella sessione conclusiva, con l’intervento di Amarillis Gutierrez Graffe, console a Napoli della Repubblica Bolivariana, che si è messo a fuoco il tema dell’evento: quello cioè della solidarietà internazionale “nei due versi”, per il Venezuela, in un momento estremamente difficile della propria storia, stretto tra le minacce della Casa Bianca, che è giunta a dichiarare ufficialmente il Venezuela una “minaccia” alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti, e le violenze della opposizione interna, in buona parte eversiva e golpista, le cui violenze di piazza (“guarimbas”) hanno sin qui provocato 43 morti e oltre 800 feriti; e per l’Italia e l’Europa, per un nuovo modello di sviluppo e una nuova articolazione delle relazioni sociali.

È soprattutto questo il motivo della composizione dei quattro tavoli di lavoro della seconda giornata, che hanno inteso mettere a fuoco i temi salienti della transizione bolivariana al socialismo e gli argomenti da cui trarre maggiore ispirazione per i movimenti sociali italiani, nella loro attivazione, come più volte è stato detto, contro l’imperialismo e per la “pace con giustizia sociale”, contro le ingerenze e per una autentica inclusione ed emancipazione sociale: la formazione teorico-politica e i diritti del lavoro; le questioni di genere e del ruolo del “maschile” e del “femminile”; l’impegno dei giovani e il ruolo dello sport; i processi di integrazione regionale e per la pace, nella prospettiva, ancora tutta da indagare, dell’eco-socialismo.

I più di cento partecipanti hanno così animato una riflessione impegnativa ed esigente, non sempre lineare, eppure in ogni momento stimolante, che ha saputo articolare quesiti ed interrogativi, questioni e problematiche, di grande attualità e di estremo interesse, intorno ai quali le soggettività impegnate nell’iniziativa sociale non possono non cimentarsi.