Il 2 Aprile prossimo verrà pubblicata la lista compilata da Sogin (la società di Stato responsabile del decommissioning degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi) dei siti dove si intende stoccare in modo definitivo i rifiuti nucleari italiani.

 

Sulla base dei criteri individuati nella Guida Tecnica prodotta dall’ISPRA, la Sardegna è uno dei siti più probabili per via delle sue caratteristiche di stabilità geologica, geomorfologica e principalmente perché da tempo individuata come territorio di smaltimento, lontana geograficamente dall’Italia, poco popolata, e ricattabile in termini occupazionali.

 

Per questo si è creata una rete di associazioni e realtà che si oppongono a questa scelta.

 

Il Coordinamento NONUCLE-NOSCORIE, in un suo documento, individua alcune ragioni per essere contro questa scelta:

 

  • Pericolo permanente:

Le scorie ad alto contenuto di radioattività richiedono tempi di decadimento che oscillano indicativamente dai 300 anni al milione di anni, ne deriva che il gravame nucleare sarebbe permanete e graverebbe anche sulle generazioni future per centinaia di anni;

 

  • Nessuno ha risolto il problema scorie radioattive:

Ad oggi, dopo anni di ricerche e consistenti investimenti, nessuno Stato al mondo è ancora riuscito a trovare un sito idoneo per lo stoccaggio definitivo delle scorie che garantisca l’incolumità dell’ambiente e della salute pubblica;

 

Danno all’immagine :

Il Deposito Nazionale dei Rifiuti Radioattivi arrecherebbe un forte danno d’immagine alla Sardegna, pregiudicando l’economia isolana che si basa sulla qualità dell’ambiente e delle produzioni agroalimentari e compromettendo i ricavi del settore turistico e delle esportazioni.

 

Una ulteriore servitù con nuovi vincoli sul territorio:

La Sardegna è già sottoposta all’insostenibile gravame delle servitù militari, con circa il 70% del territorio statale vincolato per usi militari, subirebbe ulteriori e dannosi vincoli territoriali.

 

Militarizzazione e limiti alla libera circolazione:

Trasformerebbe la Sardegna in una grossa caserma, con una ulteriore occupazione militare a protezione del Deposito, che vincolerebbe la libera circolazione dei sardi e dei turisti.

 

Obiettivo sensibile in caso di guerra:

La Sardegna diventerebbe un obiettivo sensibile, con un aumento esponenziale dei rischi per la popolazione residente.

 

I primi a pagare saranno i bambini:

I bambini che abitano nei pressi dei depositi nucleari sono soggetti a leucemie 10 volte più che i loro coetanei che abitano lontano .

 

La Sardegna non ha neanche l’idoneità geomorfologica:

Secondo illustri e seri studiosi di Scienze della Natura e del Territorio la Sardegna non rientra minimamente nei criteri d’idoneità richiesti per essere sito di deposito scorie radioattive.

Il coordinamento ricorda anche che il popolo sardo ha già espresso opinione sfavorevole tramite:

 

Referendum Popolare:

Il 15-16 maggio 2011, il Popolo Sardo ha sovranamente detto no alle scorie attraverso il referendum di iniziativa popolare “Sei contrario all’installazione in Sardegna di centrali nucleari e di siti per lo stoccaggio di scorie radioattive da esse residuate o preesistenti?”, decretando, con il voto favorevole della quasi totalità dei votanti (il 97%), l’assoluta indisponibilità del territorio sardo all’installazione di centrali nucleari e allo stoccaggio di scorie radioattive.

 

Legge Regionale del Parlamento Sardo:

La Legge Regionale n.8 del 03.07.2003, pubblicata nel B.U.R.A.S. n. 20 del 8 luglio 2003, il Consiglio Regionale ha dichiarato la Sardegna Territorio Denuclearizzato e precluso al transito e alla presenza, anche transitoria, di materiali nucleari non prodotti nel territorio regionale, la quale legge se pur dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale, espressione comunque la volontà dei sardi ed è un atto ufficiale del Parlamento Sardo.

 

Altri atti ufficiali di contrarietà alle scorie nucleari:

Diversi Ordini del Giorno approvati dal Consiglio Regionale, tra i quali quello approvato in data 28 maggio 2014, vincolano la Giunta a respingere ogni possibilità che la Sardegna venga inserita tra le aree idonee ad ospitare siti per i rifiuti radioattivi.

 

Ovviamente tutti sanno che la scelta finale non sarà tecnica ma politica; per questo il Coordinamento invita tutti i sardi alla mobilitazione con un SIT-IN – Merc. 1 aprile h. 17 e Giov. 2 aprile h. 9 Sotto i portici della Regione, via Roma – Cagliari

NONUCLE-DIE – Domenica 19 aprile IN TUTTA LA SARDEGNA

 

Contatti con il coordinamento: comitatosardonoscorie@gmail.com nonucle@tiscali.it