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L’uccisione di un alunno e di un 18enne nel corso del bombardamento di una scuola di Donetsk, il 5 novembre, fa parte secondo Amnesty International di una più ampia serie di attacchi indiscriminati che potrebbero costituire crimini di guerra.

“Sia il governo ucraino che le forze separatiste devono immediatamente porre fine a questi attacchi indiscriminati, commessi in violazione delle leggi di guerra. La continua morte di civili, risultato prevedibile di attacchi del genere, è ingiustificabile e i responsabili da entrambi i lati del conflitto devono essere chiamati a risponderne” – ha dichiarato John Dalhuisen, direttore del Programma Europa e Asia centrale di Amnesty International.

Nel corso di una missione di ricerca svolta nell’Ucraina orientale tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre, Amnesty International ha registrato la morte di oltre 20 civili, a causa di bombardamenti e lanci di razzi a Donetsk, Avdiivka e Debaltseve. La maggior parte delle vittime, che viveva in zone residenziali, è stata provocata da attacchi indiscriminati, con armi non idonee a distinguere tra obiettivi civili e militari.

Buona parte delle vittime si trovava a Donetsk, controllata dai separatisti, e con ogni probabilità è stata uccisa dalle forze governative, mentre le forze separatiste paiono essere responsabili di diverse uccisioni a Avdiivka e Debaltseve, aree sotto controllo governativo.

In almeno un caso, Amnesty International ha notato postazioni di artiglieria delle forze governative collocate in un centro abitato.

“Durante il conflitto, entrambe le parti si sono rese responsabili di attacchi indiscriminati contro centri abitati. Hanno ucciso e ferito civili e distrutto abitazioni private. Non pare vi sia un grande desiderio, da ambo i lati, di porre fine a queste violazioni” – ha commentato Dalhuisen.

Il diritto internazionale vieta attacchi diretti contro i civili e le strutture civili, così come attacchi in aree civili che non possono essere indirizzati verso uno specifico obiettivo militare. Entrambe le parti in conflitto hanno violato questi divieti utilizzando mortai e razzi privi di guida che non possono in alcun modo mirare a un obiettivo preciso in zone fittamente popolate.
Inoltre, collocando truppe, armi e altri obiettivi militari in centri abitati, il governo ucraino e le forze separatiste sono venuti meno all’obbligo di prendere tutte le misure possibili per proteggere la popolazione civile, mettendola al contrario pericolo in violazione delle leggi di guerra.

Ulteriori informazioni

Nonostante fosse stato dichiarato il cessate-il-fuoco, tutte le città visitate da Amnesty International risultano tuttora contese tra le forze ucraine e quelle separatiste. A Donetsk, il più grande dei centri controllati dai separatisti nell’Ucraina orientale, gli scontri proseguono intorno all’aeroporto internazionale, a nord della città.

Avdiivka, a 10 chilometri da Donetsk, è controllata dalle forze pro-Kiev, che la usano per portare rifornimenti alla zona dell’aeroporto del capoluogo. Debaltseve, a sua volta controllata dalle forze pro-Kiev, è un importante snodo ferroviario e stradale tra l’Ucraina e la Russia.

A Donetsk, gli obiettivi colpiti da attacchi indiscriminati riscontrati da Amnesty International comprendono:
– la nota autofficina di via Kuybisheva, centrata da colpi di mortaio il 15 settembre, con tre morti;
– un’abitazione in via Rustaveli 22, colpita da un mortaio o da un razzo che ha ucciso un uomo di 64 anni mentre stava guardando la televisione;
– la miniera Trudovskaya, nel quartiere di Petrovskyi, presso la quale oltre 60 persone avevano trovato riparo in un vecchio rifugio antiaereo; il 28 settembre, una donna è stata colpita da un colpo di mortaio;
– un’abitazione in via Pugacheva 16, centrata il 29 settembre da un razzo che ha ucciso tre donne.

I ricercatori di Amnesty International hanno potuto osservare come le aree residenziali di Donetsk siano state utilizzate dai separatisti come postazioni di lancio per colpire le forze governative che si trovavano nella zona dell’aeroporto. Il 27 settembre hanno notato un pezzo d’artiglieria collocato a meno di cinque metri da una casa del quartiere Kuybishevskiy, mentre il 30 settembre un altro pezzo d’artiglieria sparava da sotto un ponte del Kievskiy Prospect, a meno di un chilometro da una scuola e dalle abitazioni, successivamente colpite in vari attacchi che hanno ucciso almeno un civile.

Gli abitanti hanno riferito ad Amnesty International che i separatisti usano postazioni lanciarazzi mobili, spostandole da un’area abitata a un’altra.

Ad Avdiivka, il 3 settembre un colpo d’artiglieria ha colpito l’ospedale cittadino, uccidendo una donna ricoverata perché rimasta ferita in un altro attacco, lo stesso giorno.

Nel centro di Debaltseve, in via Leningradskaya, una coppia è morta dopo essere stata colpita dalle schegge di un razzo. A Zavodskoy Poselok, nella periferia della città, il 22 settembre, una donna è stata colpita in pieno da un razzo mentre stava tornando a casa, avendo approfittato di una breve pausa nei bombardamenti per rifornirsi di acqua.