«Il Governo Italiano va fermato prima che i cittadini rimangano senza risarcimento e senza bonifiche»

Di Antonia Battaglia

La Commissione Europea ha cominciato a investigare sulle somme che, attraverso decreti e provvedimenti vari, sono state concesse all’Ilva dal Governo italiano.

PeaceLink ha informato la Commissione Europea delle criticità che a suo avviso potevano costituire gli «aiuti di Stato» varati sotto forma di prestiti-ponte, somme previste nei decreti legislativi varati negli ultimi anni, per la garanzia del futuro di Taranto e delle bonifiche.

Pochi giorni fa PeaceLink ha informato la Commissione, in particolare la Direzione Generale Concorrenza, del fatto che le somme liberate dal Tribunale di Milano – che ha applicato norme scritte dal Governo Italiano – sarebbero dovute rimanere ben protette a garanzia soprattutto del futuro di Taranto, per quando davvero le bonifiche fossero state progettate e avviate.

Invece, il Governo Italiano ha trascurato il fatto che l’Ilva è un’azienda ancora privata e che, secondo il principio europeo della concorrenza leale, non si possano utilizzare fondi statali per le attività correnti di alcuna impresa.
Si potrebbe configurare un aiuto di Stato nel momento in cui queste somme fossero confiscate e, a procedimento penale concluso, lo Stato non riuscisse più a recuperarle in quanto il Tribunale di Milano ha sostituito la garanzia monetaria in titoli derivanti dall’aumento del capitale di Ilva equivalente al 1,2 miliardo di euro trasferito. Titoli che potrebbero perdere in futuro il loro valore iniziale. A quel punto, lo Stato si troverebbe con un pugno di mosche in mano e la somma a garanzia delle bonifiche dei terreni da condurre e dei risarcimenti ai cittadini andrebbe irrimediabilmente persa. PeaceLink continuerà ad operare a livello europeo perché i diritti dei cittadini vengano tutelati.

L’operato del Governo italiano va fermato in nome del rispetto delle direttive europee.