Come da tradizione, il 2 ottobre a Milano è una magnifica giornata, con un caldo ancora estivo. Appena entrata nel parco Trotter, sede dell’istituto scolastico La Casa del Sole, incontro gruppetti di ragazzi in cerchio che, guidati dai volontari di Mondo Senza Guerre e Senza Violenza della Comunità per lo Sviluppo Umano, “assaggiano” parti del Laboratorio TU e IO di educazione alla nonviolenza e alla multiculturalità.

Si tratta di un percorso diviso in vari passi e distribuito nei diversi edifici del parco. Spostarsi lungo i vialetti diventa parte dell’esperienza proposta: i ragazzi camminano a due a due, a braccetto, uno con gli occhi chiusi e l’altro che lo guida e sperimentano così direttamente la fiducia negli altri, per poi scambiarsi i ruoli. Passano quindi a un lavoro emotivo sulle proprie virtù e qualità, confrontandosi con personaggi storici e attuali che hanno fatto della nonviolenza una pratica di vita e di cambiamento e partecipano a una piece teatrale che li stimola a trovare risposte nuove a concrete situazioni di violenza.

Un gioco di gruppo colpisce particolarmente i ragazzi: parlando di guerra e pace, le immagini riguardanti la guerra sono molto più numerose e facili da ricordare di quelle sulla pace. Molti lo attribuiscono alla violenza “innata” e “naturale” nell’uomo; da lì parte una conversazione sull’importanza di rendere la risposta nonviolenta semplice e naturale come sorridere o respirare, riprendendo la nota pubblicità della banca Fineco. E’ un percorso impegnativo, il cui primo passo consiste nello sfatare il mito della violenza innata.

In tutto oltre 250 studenti partecipano alle attività della mattinata: undici classi divise tra l’Istituto superiore Vespucci e le scuole medie Scarpa e Trotter, accompagnate dai loro professori. I laboratori partiranno nei prossimi mesi nelle varie scuole con insegnanti, genitori e studenti, secondo gli accordi  presi con i dirigenti scolastici.

Intanto nel teatrino del parco debutta lo spettacolo “La ragazza dei gelsomini – Gli eroi della nonviolenza”, tratto da uno dei racconti del libro “Tracce nascoste” di Andrea Galasso. Viene ripetuto tre volte, in modo che tutte le classi possano vederlo ed è sempre un successo. Una classe del Vespucci esce entusiasta e meravigliata che gli insegnanti l’abbiano portata a vedere uno spettacolo così moderno e multimediale.

Partecipo all’ultima rappresentazione, introdotta da una breve spiegazione di Annabella Coiro di Mondo Senza Guerre sul significato del 2 ottobre e della nonviolenza e da un coinvolgente momento di riflessione individuale sulla propria vita e la possibilità di cambiamento.  Tra il pubblico, genitori come Antonella Milan, in rappresentanza dell’Associazione Genitori della Scarpa, esponenti di realtà che condividono il percorso della nonviolenza e che in rete con Mondo Senza Guerre e La comunità svilupperanno il progetto TUeIo durante tutto l’anno– Cecè Damiani della Casa delle Donne e Nando Frigerio di Ai Cher, associazione che si occupa di spazi urbani e sostenibilità ambientale – e rappresentanti delle istituzioni: Paola Filice, consigliere della Zona 3, che ha patrocinato l’evento, Giovanna Carloni, presidente della Commissione Educazione della zona 6, Anita Sonego,  presidente della Commissione Pari Opportunità e Basilio Rizzo, presidente del Consiglio comunale.

Poi si alza il sipario ed entra in scena la “Rivoluzione dei Gelsomini” in Tunisia, attraverso le parole di una blogger che vi partecipa direttamente e la reazioni di una coppia di italiani che segue trepidante gli eventi. Le immagini delle manifestazioni e le frasi ispiratrici proiettate su uno schermo si alternano a momenti musicali con chitarre e bonghi, in un ritmo serrato e coinvolgente. E’ davvero emozionante per una persona come me, che ha vissuto da liceale l’esaltante stagione degli anni Settanta, sentire giovani che all’epoca non erano neanche nati cantare “Libertà è partecipazione” di Gaber e vedere ragazzi ancora più piccoli applaudire con foga. E gli applausi si ripetono per tutto lo spettacolo, fino al trascinante finale scandito dalle mani che battono tutte insieme, a sottolineare il messaggio che “la ragazza dei gelsomini siamo tutti noi!”. Il pubblico sommerge di entusiasmo Stefano, Diego, Moreno, Doris, Laura e Alessandro, i giovani volontari che hanno messo in scena la storia della rivoluzione nonviolenta in Tunisia. Nessuno di loro è un professionista e ognuno ha contribuito con le sue capacità e le sue passioni alla riuscita dello spettacolo.

Le classi lasciano il teatrino per partecipare a un nuovo passo del percorso. Uscendo dal parco, incontro altri gruppi di studenti seduti in cerchio, attenti e assorti e penso al prossimo obiettivo che tutti i nonviolenti dovrebbero porsi: inserire l’ora di nonviolenza in ogni scuola.