Ha rimbalzato da una parte all’altra dell’Arena per tutta la giornata il messaggio declinato in musica, parole e testimonianza che è stato il cuore e il motore dell’evento “Arena di pace e disarmo” promosso da  centinaia di sottoscrittori singoli, trenta Reti laiche e cattoliche, nazionali e internazionali, oltre cinquanta Organismi ed Enti che si occupano di solidarietà, volontariato, pace, ecologia ed economia di giustizia, dieci Fondazioni culturali, quaranta riviste cartacee e on line, otto Centri studi per la pace e il disarmo, centinaia di gruppi locali di tutta Italia, e svoltosi il 25 aprile, giorno della Liberazione, nell’anfiteatro veronese. Un messaggio con il quale si è voluto ribadire il no forte e deciso al programma di acquisto di altri F35 e alle politiche di armamento in generale gridato a gran voce dai tanti testimonial e artisti che si sono susseguiti via via dalle 14 fino a sera sul palco allestito davanti ad una folla di oltre 13.000 persone accorse da ogni parte d’Italia. Nomi come Padre Alex Zanotelli, Don Luigi Ciotti, Alice Mabota, Gad Lerner, Maurizio Landini, Lidia Menapace, Renato Accorinti, Gianni Bottalico, Francesco Vignarca, Licio Palazzini, Martina Pignatti, Marzio Marzorati, Albino Bizzotto, Franco Uda, Mao Valpiana, padre Venanzio Milani, si sono trovati riuniti sotto il comune obiettivo di mostrarsi compatti e determinati nel chiedere al Governo di abbandonare ogni azione che comporti l’investimento di ingenti fondi nel settore della Difesa militare e di convogliarli, piuttosto, ad un costituendo Dipartimento della difesa civile sotto il cui alveo si trovino affiancate diverse realtà quali l’Ufficio nazionale Servizio civile e la Protezione civile e che preveda la costituzione di Corpi civili di pace esteri e l’Istituto ricerche per la pace la risoluzione dei conflitti. Sarà, infatti, questo il nucleo centrale della campagna lanciata dall’Arena che a partire da oggi si propone di raccogliere le firme necessarie alla promozione di una legge di iniziativa popolare su questo tema da discutere in Parlamento.

Bandiere, slogan, ombrelli colorati, striscioni che hanno vestito a festa gli spalti e la platea dell’anfiteatro veronese brulicante di persone, il popolo della pace tornato in Arena al grido, questa volta, di «La resistenza oggi si chiama nonviolenza, la liberazione oggi si chiama disarmo». Una grande festa consumata tra cori e applausi alimentata dai gruppi di pacifisti che, per adesione spontanea o come aderenti ad associazioni, da diverse zone del Belpaese hanno raggiunto l’Arena di Verona, in pullman, treno e alcuni anche in bicicletta. Dai No Tav ai siciliani No Muos, non è mancato nessuno.

“E’ una grande soddisfazione – ha dichiarato Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento e uno degli organizzatori – riscontrare tanto entusiasmo da parte della popolazione nei confronti di questi temi. Confidiamo che l’eco di questo segnale forte arrivi fino alle stanze del potere e induca i nostri governanti a rivedere le politiche di investimento militare prendendo atto che la volontà del popolo si esprime in tutt’altra direzione”.

“E’ un modo diverso di festeggiare la nostra festa della Liberazione – ha sottolineato Padre Alex Zanotelli, promotore dell’iniziativa – perché sono le politiche della guerra che oggi dobbiamo scrollarci di dosso. Gli F35 sono una spesa inutile che la maggioranza degli italiani non vuole”.

E dalla festa si passa ora all’impegno che chiama in gioco la volontà di ognuno a continuare su questa strada in vista di nuovi ambiziosi obiettivi. Per dare la spallata finale alle politiche di militarizzazione e accendere una speranza alla pace che apra nuove strade di solidarietà sociale, tolleranza e diritti per tutti in una società che chiede sempre più di cambiare e diventare migliore di quel che abbia mai mostrato di essere.

Articolo originale: http://arenapacedisarmo.org/arena-di-pace-e-disarmo-dalla-festa-allimpegno/