Martedì scorso due membri delle Pussy Riot hanno fatto la loro prima apparizione pubblica negli Stati Uniti dopo essere state liberate dalla prigione in dicembre. Nadia Tolokonnikova e Maria Alyokhina hanno scontato quasi tutta la condanna a due anni ricevuta per aver protestato contro il leader russo Vladimir Putin all’interno di una cattedrale ortodossa. Poco dopo il loro arrivo a New York, le due Pussy Riot hanno partecipato a una conferenza stampa organizzata da Amnesty International.

AMY GOODMAN: Benvenute negli Stati Uniti, Masha e Nadia. Alla vigilia delle Olimpiadi di Sochi, che  messaggio avete per gli americani? Se aveste la possibilità di porre una domanda al Presidente Obama e al Presidente Putin, che cosa gli chiedereste?

MARIA ALYOKHINA: [traduzione] Per quanto ne sappiamo la posizione della leadership politica americana nei riguardi dei Giochi Olimpici è una specie di boicottaggio. Qui stiamo parlando dei politici, però, non dei cittadini americani che assisteranno ai giochi, dunque è importante rivolgersi a questa gente, ai cittadini americani che saranno a  Sochi. Ci piacerebbe che guardassero la Russia e la vedessero al di là delle immagini degli oggetti e degli edifici delle Olimpiadi. Questi oggetti non hanno alcuna relazione con la Russia; sono oggetti estranei alla Russia. L’unica cosa che li collega al paese è il denaro dei contribuenti, che è stato rubato e usato per costruire questi oggetti olimpici.

NADIA TOLOKONNIKOVA: [traduzione] Riguardo al Presidente Obama, più che porgli una domanda vorrei Ianciargli un appello. Vorrei dirgli di non aver paura di esprimere pubblicamente i suoi pensieri su ciò che sente sta succedendo in Russia, una volta che sarà là. La domanda a Vladimir Putin: Non sei disgustato da tutto questo?

REPORTER DI BUZZFEED: Voi avete cominciato come artiste, prima di diventare le attiviste che oggi conosciamo grazie alla vostra esperienza. Che cosa vi sembra di poter ottenere con l’attivismo, che non potevate raggiungere con le esibizioni artistiche? Vi vedremo ancora come artiste?

NADIA TOLOKONNIKOVA: [traduzione] Be’, non siamo diventate attiviste, lo siamo sempre state. Quando un membro delle Pussy Riot si mette un passamontagna, rimane un attivista politico, un attivista ambientale e non cambia niente. L’unica differenza sta nel chi parla e come parla. Nel nostro caso, quando siamo senza la maschera e parliamo in pubblico.

MARIA ALYOKHINA: [traduzione] Ci saranno degli spettacoli e saranno collegati alle nostre nuove attività e anche a quelle precedenti come Pussy Riot. 

NADIA TOLOKONNIKOVA: [traduzione] E’ assolutamente impossibile toglierci questo. Lo capisco ogni volta che ascolto della buona musica, per esempio i Clash.

RACHEL FELDMAN, FOX NEWS: Qual è il vostro fine ultimo? Avete paura di tornare in prigione?

MARIA ALYOKHINA: [traduzione] Ci fanno sempre questa domanda sulla possibilità di tornare in prigione e per qualche ragione tutti sembrano convinti che dobbiamo averne paura. Se una persona finisce in carcere per aver criticato la situazione politica del suo paese, questo dimostra semplicemente qual è la situazione politica del paese. In questo caso siamo fiere di essere finite in prigione in Russia per aver espresso le nostre idee politiche e non ci vediamo niente di spaventoso.

NADIA TOLOKONNIKOVA: [traduzione] Il nostro obiettivo è di rendere più trasparente il sistema politico e  penitenziario russo e questo è collegato a tutto ciò che stiamo facendo ora.

Traduzione dall’inglese di Anna Polo