Riprendiamo l’intervista concessa a “La Prealpina” dal Presidente del Consiglio Comunale di Milano Basilio Rizzo

Basilio Rizzo è oggi presidente del Consiglio Comunale di Milano e ormai fa quasi parte dell’ architettura stessa dell’ aula di Palazzo Marino. Su quegli scranni ha combattuto una vita di battaglie, tutte intonate al rosso dei velluti anche quando le tinte dei partiti di cui è stato l’alfiere si sono via via stinte. Colonna portante dell’opposizione. è stato a sinistra un po’ quel che Riccardo De Corato è stato a destra. Poco incline a compromessi di potere e per questo rispettato da tutti, ma a disagio quando gli è capitato come con Pisapia di trovarsi nella maggioranza.

Tra le tante battaglie, quella contro la Milano “ligrestiana” degli anni ’80-90 – lo scandalo delle Aree d’Oro – è forse la più memorabile. E tra le memorie c’è anche “la Prefettura divenuta dependance di casa Ligresti”.

Non si è quindi stupito troppo della solidarietà espressa oggi dall’allora viceprefetto Annamaria Cancellieri a Giulia Ligresti?

Confesso: fino a quando non è scoppiato il caso nei giorni scorsi non avevo capito che la Cancellieri fosse proprio Anna Maria Peluso. Allora portava il nome del marito e non avevo fatto il collegamento. Ora, certo, non mi stupisco affatto. Nella manica di Ligresti non era soltanto lei, ma lo stesso prefetto Vincenzo Vicari. E anche il suo successore Bruno Ferrante. Tutti venivano ripagati con incarichi in società del gruppo Ligresti o contigue per interessi a loro direttamente o a loro parenti. La Prefettura era “ligrestizzata” al punto che una volta rifiutai l’invito alla cerimonia del 2 Giugno, perché il padrone di casa nel Palazzo del Govemo di corso Monforte era proprio Salvatore Ligresti».

Lei presentò un’interrogazione in Consiglio comunale sul comportamento della dottoressa Peluso in occasione dell’”intervista”, si fa per dire, che mi fu di fatto imposta da Antonino Ligresti, ricorda?

Sì e me l’ha rinfrescata ieri anche il giornalista Gianni Barbacetto. Fu la conferma, se ce ne fosse stato bisogno, di come Salvatore Ligresti si serviva delle istituzioni.

Come valuta il comportamento attuale del ministro Cancellìeri nella vicenda Ligresti?

Coerente con quello della allora viceprefetto Peluso. Insostenibile e inconciliabile con la carica che ricopre. Ma la mia domanda oggi riguarda piuttosto come sia stata  possibile la vertiginosa carriera di questa persona. Come sia finita nella squadra dei tecnici di Mario Monti a dirigere il Viminale e poi in quella di Enrico Lena alla Giustizia. Mi spiego invece più facilmente la particolare protezione di cui la Cancellieri gode al Quirinale.

Immagino come se la spiega, Rizzo: con la componente più “ligrestiana” del Pci milanese di allora, quella migliorista?

Già. è chiaro: la corrente che a Roma faceva capo a Giorgio Napolitano. E che a Milano venne poi falciata da Mani Pulite. E’ singolare come quelle vicende di oltre vent’anni fa si ripresentino oggi ancora attualissime…

Ancora a proposito dei legami tra la Cancellieri e i Ligresti, c’è chi li ha ricondotti al rapporto con l’attuale compagna di Salvatore, Gabriella Fragni.

In realtà, sono ben precedenti, visto che allora Salvatore era sposato con Antonietta “Bambi” Susini (morta nel 2010, ndr), la donna che era stata vittima nel 1981 di un famoso rapimento. Fu liberata dopo il pagamento del riscatto, ma i tre mafiosi identificati come responsabili vennero poi tutti misteriosamente assassinati.

F.Bi.