Anti-democratico e portatore di gravi regressioni sociali ed ecologiche, l’accordo di libero scambio Unione Europea – Canada è inaccettabile.

L’Unione europea e il Canada sono riusciti a concordare un accordo per la liberalizzazione del commercio e degli investimenti. Se l’accordo politico oggi confermato da J.M. Barroso e dal primo ministro canadese S. Harper rimane, in questa fase, ancora simbolico (le trattative tecniche continueranno certamente per parecchi mesi), questo CETA (trattato economico e commerciale globale) conferma tuttavia la volontà a livello comunitario di accelerare il ritmo di costruzione di un grande mercato unico transatlantico, portatore di minacce gravi dal punto di vista dei movimenti sociali e dei cittadini su entrambe le sponde dell’Atlantico.

Questo annuncio arriva mentre nessuno ancora, a parte gli stessi negoziatori e uomini d’affari, ha potuto avere accesso al testo negoziato, né alle informazioni riguardo le concessioni fatte dall’Unione Europea e dal Canada per concludere questo accordo, nonostante le ripetute richieste da parte delle organizzazioni della società civile europea e canadese…

Secondo le informazioni trapelate e pervenuteci a novembre 2012, questo accordo avrebbe gravi ripercussioni sull’agricoltura europea, sui servizi pubblici, sui diritti concessi alle multinazionali, per non parlare delle regolamentazioni su questioni ambientali e norme sanitarie, l’accesso ai farmaci, ecc. Ma gli interessi delle multinazionali sembrano essere ben più interessanti per il Presidente della Commissione, J.M. Barroso, che dichiara: “Questo accordo, aumentando l’accesso ai mercati per beni e servizi, e fornendo nuove opportunità per gli investitori europei, aprirà nuove opportunità per le imprese europee e canadesi‘.

In effetti, le multinazionali possono congratularsi per le concessioni rispetto all’apertura dei servizi pubblici alla concorrenza. Come sottolinea Frédéric Viale di Attac, “il CETA ha un aspetto molto aggressivo in materia di liberalizzazione dei servizi pubblici, poiché adotterebbe un approccio di tipo ‘lista negativa’, che significa che tutti i servizi non esplicitamente esclusi dal testo dell’accordo sono suscettibili di essere liberalizzati!“. Al momento, non abbiamo ancora l’elenco dei servizi che l’Unione Europea ha esplicitamente escluso dall’apertura alla concorrenza di società canadesi. Ma le probabili offerte da parte del Canada rispetto all’apertura dei mercati pubblici dell’acqua fanno presagire importanti concessioni dell’Unione Europea in cambio.

L’Unione Europea, punta di diamante della liberalizzazione dei servizi, si impegna in cambio a eliminare il 99% delle tariffe doganali tra i due paesi, con una maggiore apertura del commercio agricolo, che in particolare presuppone l’aumento delle importazioni di prodotti lattiero-caseari, pesce, carni di manzo e maiale dal Canada. Ed è anche grazie a questi negoziati che il Canada ha fatto pressione per ritardare e indebolire il campo di applicazione della direttiva europea “Qualità dei combustibili”, che mira a combattere i cambiamenti climatici.

La conclusione di questo accordo rappresenterà soprattutto la consacrazione della superiorità dei diritti delle imprese su quelli dei cittadini o dei consumatori e sulla difesa dell’interesse generale, poiché dovrebbe includere un meccanismo inaccettabile di regolazione delle controversie “investitore-stato”. Questo tipo di meccanismo, detto “protezione degli investimenti”, autorizza un’azienda a perseguire uno stato o un’istituzione regionale se una legislazione la priva di potenziale guadagni; la controversia è arbitrata da un panel di esperti privati, su base discrezionale e al di fuori delle giurisdizioni pubbliche nazionali, regionali o multilaterali.

Per Fanny Simon dell’Aitec, “un tale dispositivo minaccia i poteri di regolamentazione delle autorità elette, rimette in questione la sovranità dei popoli e ne lede i diritti e le libertà democratiche, dando alle multinazionali il potere di sfidare quelle regolamentazioni messe in atto a protezione dell’ambiente, dei piccoli agricoltori, delle PMI o addirittura della salute pubblica. “È tanto più inaccettabile in quanto tale misura non influenzerà, o lo farò solo in modo marginale, i flussi di investimento, già molto importanti tra i due paesi, a riprova della fiducia degli investitori nel quadro giuridico attuale.” Tuttavia, le aziende fanno sempre più spesso ricorso a questo tipo di dispositivo per contestare quelle decisioni pubbliche che ritengono contrarie ai propri interessi. Così, l’americana Lone Pine ha appena presentato una denuncia contro il governo del Quebec, chiedendo $250 milioni a titolo di compensazione per l’istituzione di una moratoria che vieta l’uso della fratturazione idraulica nella valle del Saint-Laurent.

Un tale accordo, profondamente antidemocratico e contrario alla necessità di potenziare diritti ecologici e sociali delle popolazioni, è inaccettabile. Noi daremo vita ad una campagna in questo senso, e ci rivolgeremo a tutti i parlamentari nazionali ed europei perché tale accordo non venga mai ratificato. Consideriamo questo accordo l’emblema stesso dei metodi e dei contenuti di negoziati di libero scambio e investimento che rifiutiamo categoricamente. Ecco perché rifiutiamo i medesimi obiettivi e disposizioni attualmente in trattativa nel contesto del partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti (TTIP, Transatlantic Trade and Investment Partnership), che instaurerà una specie di Supermercato transatlantico tra Europa e Stati Uniti. Non accettiamo l’idea che il progetto di accordo CETA rappresenti il primo passo verso una vasta zona di libero scambio transatlantico tra l’Europa, il Canada, gli Stati Uniti e il Messico, in cui i diritti di imprese e investitori diritti prevarrebbero sui diritti fondamentali delle popolazioni e sulla protezione dell’ambiente.

Di fronte a una tale offensiva, le nostre organizzazioni chiamano i cittadini francesi, europei e canadesi a organizzarsi per:

  • ottenere dai loro rappresentanti in questi negoziati la divulgazione pubblica del testo o bozza del, oggetto dell’accordo

  • far conoscere i pericoli immediati che comporta per cittadini, economia e ambiente.

  • interpellare gli euro-deputati sul calendario e le procedure per la ratifica del presente accordo, e in particolare mettendo questi temi al centro della campagna per le elezioni europee di giugno 2014.

AITEC.

Fonte:http://www.france.attac.org/articles/laccord-de-libre-echange-union-europeenne-canada-est-inacceptable

Traduzione dal francese di Giuseppina Vecchia per Pressenza