In India, i popoli indigeni vengono apertamente descritti come primitivi e arretrati nei media, dagli industriali e dai funzionari governativi.

Il pregiudizio sulla presunta arretratezza dei popoli tribali è all’origine di gran parte dei maltrattamenti che essi subiscono: sfratti dalle terre ancestrali e gravi violazioni della loro dignità e dei loro diritti.

Persino l’Ufficio Nazionale del Turismo Indiano in Italia, che dovrebbe valorizzare le ricchezze culturali del paese, sul suo sito internet definisce i popoli indigeni che abitano le Isole Andamane come uomini dell’età della pietra dallo stile di vita primitivo; tribù ostili… ammansite… per merito degli sforzi governativi. In giugno Survival International Italia ha scritto all’Ufficio del Turismo per chiedere che il testo sia cambiato ma, ad oggi, non ha ricevuto alcuna risposta.

Per favore, partecipa anche tu alla nuova, radicale campagna lanciata da Survival in India.

Si intitola Orgogliosi, non primitivi, e mira ad alimentare un movimento capace di cambiare il modo in cui l’India considera e tratta i suoi popoli tribali.

Manda una e-mail all’Ufficio Nazionale del Turismo Indiano: basteranno pochi secondi perché il link sottostante ti fornirà un messaggio già pronto per essere spedito.
Manda subito una e-mail all’Ufficio del Turismo Indiano in Italia →

 

Se il link non dovesse funzionare, copia questo testo e invia a info@IndiaTourismMilan.com “Spettabile Ufficio Nazionale del Turismo Indiano, sul vostro sito, nella pagina dedicata alle Isole Andamane e Nicobar, le tribù che abitano le isole vengono definite “ostili”, ferme “all’età della pietra” e con stile di vita “primitivo”. Queste definizioni, utilizzate sin dall’epoca coloniale per descrivere i popoli indigeni e tribali, sono non solo scientificamente false ma anche pericolose. I popoli tribali, infatti, non sono meno moderni o contemporanei di quanto lo siamo noi. Questi stereotipi veicolano implicitamente l’idea che queste società abbiano bisogno di aiuto per “svilupparsi” e “civilizzarsi”, portando come conseguenza alla loro persecuzione: i casi di tribù costrette a sedentarizzarsi o a cambiare stile di vita sono numerosi. Vi chiedo quindi di eliminare dalle vostre pagine l’uso di questi termini inesatti e pregiudizievoli contribuendo in tal modo a tutelare i fondamentali diritti umani dei popoli indigeni delle Isole Andamane, e di tutto il mondo. Grazie.”