L’avvocatura di Stato, per conto del ministero della Difesa, ha impugnato la revoca dell’autorizzazione ai lavori statunitensi per la costruzione del MUOS

La scorsa settimana l’avvocatura di Stato, per conto del ministero della Difesa, ha impugnato la revoca dell’autorizzazione ai lavori statunitensi per la costruzione del MUOS disposta il 29 marzo scorso dal governatore siciliano Rosario Crocetta. È questo uno degli ultimi atti e il ricordino lasciato dal governo nazionale uscente. Un atto che la dice lunga sulla volontà del governo Monti di difendere sino alla fine con un comportamento scorretto, illogico e contraddittorio delle posizioni insostenibili e l’interesse degli Stati Uniti.

Incoerenze, menzogne, contraddizioni, sberleffi ad un’intera nazione che riacutizzano una crisi istituzionale e l’ennesimo braccio di ferro tra il ministero, che sostiene con tutti i mezzi le ragioni del governo statunitense, e la Regione che si trova a difendere degli interessi locali ergendosi paradossalmente a paladino della legalità di leggi nazionali. Un’altra storia all’italiana che se non fosse per la portata e l’importanza delle tematiche in gioco potrebbe essere considerata una farsa.

Ecco l’ingarbugliato quadro venutosi a determinare a seguito dei recenti sviluppi di questa vicenda interminabile che continua ad intersecarsi tra l’attivismo della cittadinanza, gli atti amministrativi “ping-pong” tra istituzioni locali e nazionali e una difesa spudorata della militarizzazione statunitense del nostro territorio.

Così, esiste un accordo tra il governo regionale siciliano e quello nazionale per sottomettere l’intera faccenda Muos a nuovi studi e nuove e analisi da parte dell’istituto nazionale di Sanità, ciò che ha dato vita ad una sospensione dei lavori all’interno della base sino al 31 maggio. È bene ricordare, a tal proposito, che al momento, e contrariamente a quanto stabilito in principio, nel gruppo di lavoro sono inspiegabilmente esclusi i tecnici indicati e designati dalla Regione Sicilia e dai comitati no muos; in secondo luogo, è bene altresì ricordare che i lavori nella base non si sono mai davvero arrestati e del resto i blocchi e gli scontri delle ultime settimane sono la risultante della protesta dei manifestanti di fronte all’irriverente e prepotente non stop statunitense malgrado le decisioni prese da atti amministrativi delle istituzioni italiane.

muos
A Niscemi s’infiamma e riesplode la protesta contro il MUOS

In tale contesto inoltre, quello stesso governo Monti che per un verso dà la propria approvazione a nuovi studi e alla sospensione dei lavori, agisce parallelamente impugnando al TAR la revoca della autorizzazione del governatore Rosario Crocetta. È conflitto tra Stato e Regione. “Trovo veramente singolare che il ministero abbia deciso di ricorrere al Tar anche perché lo stesso ministro ha partecipato all’incontro tra i governi regionale e nazionale, che hanno deciso la sospensione dell’installazione delle parabole, subordinando il proseguimento di tali lavori alla realizzazione dello studio sulla salute umana e la valutazione sull’impatto ambientale.” dichiara adirato il presidente regionale.

Sebbene la sospensione e la revoca dei lavori siano ovviamente due cose diverse, aventi risultati e obiettivi finali evidentemente diversi, quanta coerenza, quanta correttezza e quanta credibilità sono attribuibili al precedente governo nazionale con il suo agire nella questione Muos?

E il governatore siciliano continua. “Trovo veramente assurdo questo comportamento, e trovo assurdo che un ministero pretenda da una regione comportamenti contrari alle normative vigenti.”

È chiaro il riferimento alle norme nazionali che prevedono l’obbligatorietà di studi d’impatto ambientale e quelli sulla salute umana previamente alla realizzazione di qualsiasi opera o impianto sul territorio italiano. E che dire di una base militare costruita in una riserva naturale, dichiarata Sito di Interesse Comunitario (SIC), con tanto di divieto assoluto di edificabilità?

Più cresce l’incoerenza degli attori istituzionali e la difesa indifendibile dell’interesse americano e più cresce la tensione a Niscemi. S’infiamma e riesplode la protesta alla quale si sono aggiunti anche i nonni no muos che alcuni giorni fa, insieme altri attivisti, sdraiati per terra per protestare contro l’ennesimo passaggio di mezzi diretti alla base, sono stati sollevati di peso dalle forze dell’ordine. Tafferugli, scontri, blocchi, sgomberi forzati sono divenuti la quotidianità in Contrada Ulmo e nella Riserva della Sughereta.

Nel frattempo salgono le preoccupazioni tra gli attivisti dei comitati no muos che lavorano senza sosta per richiedere al governo regionale la modifica del decreto regionale del 5 settembre 2012 dell’Assessorato Territorio e Ambiente in materia di tutela alla salute della popolazione. Tale atto, decretato con un invidiabile opportunismo dal precedente governo regionale siciliano, poco prima delle elezioni dell’ottobre 2012, sembra un provvedimento fatto appositamente per salvare la base di Niscemi e il progetto MUOS perché esclude gli ambiti militari dalla tutela della salute della popolazione relativamente all’inquinamento atmosferico e all’applicabilità dei limiti alle emissioni elettromagnetiche. Di fatto il governo Lombardo ha ribaltato ad arte la legge quadro nazionale vigente in materia.

Restano dei vuoti, delle ombre, delle zone grigie, delle mani lunghe invisibili e delle oscurità che aleggiano tutt’intorno al MUOS. E se il braccio di ferro deve continuare e se lo scontro Stato-Regione è ormai evidente e dovrà proseguire, il popolo no muos si chiede come mai, così come già accaduto lo scorso ottobre, la procura di Caltagirone non attua nuovamente il sequestro del cantiere Muos, visto la revoca della Regione e il non rispetto del fermo ai lavori.

In tali scenari, in attesa che si esprima il TAR, il prossimo 10 maggio, e mentre il Comune di Niscemi approva all’unanimità un eventuale intervento legale “ad opponendum” contro il ricorso del ministero della Difesa, si attende il posizionamento e l’azione in merito al Muos del nuovo governo Letta.

di Dario Lo Scalzo