Un certo numero di territori d’oltremare britannici che fungono da paradisi fiscali hanno acconsentito ad un più alto livello di trasparenza mettendo i loro libri contabili a disposizione di Regno Unito, Francia, Germania, Italia e Spagna. “In una dichiarazione, il Ministero del Tesoro [BRITANNICO] ha detto che Anguilla, le Bermude, le Isole Vergini Britanniche, Montserrat e le isole Turks e Caicos hanno acconsentito a un maggior livello di trasparenza per quanto riguarda i conti bancari di quelle giurisdizioni, sulla scia di un accordo simile firmato dalle isole Cayman„. (The Guardian). La mossa segue un accordo degli Stati Uniti per combattere l’evasione fiscale conosciuto come Account Tax Compliance Act. Il presidente francese Hollande ha guidato una simile iniziativa e il Luxemburg, un’altro potente paradiso fiscale, ha dichiarato l’intenzione di adeguarsi ad una cultura di maggior trasparenza.

Una mozione del Parlamento britannico aveva già sottolineato “Questa Camera rileva l’identificazione da parte dell’OCSE e del G20 del ruolo svolto nei paradisi fiscali da ricche imprese nell’alimentare la crisi economica globale a partire dal 2009”. Il problema principale di questo accordo è che proprietari e dirigenti delle aziende più potenti che utilizzano tali risorse non aprono conti bancari in nome proprio ma piuttosto utilizzano fiduciarie e altre coperture per evitare che i loro veri nomi appaiano nei registri. Quindi la mossa può interessare solo alcuni individui ricchi che hanno semplicemente cercato nel web “paradisi fiscali Offshore >> i migliori del mondo 2012/13” piuttosto che società con un team dedicato a trovare scappatoie e a nascondere i loro beni.

La buona fede dei governi che apparentemente stanno cercando di recuperare i miliardi persi in tasse attraverso i paradisi fiscali, allo stesso tempo applicando misure di austerità draconiane, può essere tranquillamente messo in dubbio alla luce degli accordi segreti condotti con specifiche aziende (collegati al finanziamento dei propri politici, come abbiamo riferito in passato) per alleggerire il loro doveri fiscali. Tale è il caso di un accordo tra Goldman Sachs e il governo britannico, attualmente portato in tribunale per dimostrarne l’illegittimità dal gruppo UK Uncut legal action . “Dave Hartnett –capo dell’agenzia delle entrate – ha incontrato il grande capo di Goldman Sachs alla fine del 2010 e, con una stretta di mano, ha confermato che il gigante bancario sarebbe stato dispensato dal pagamento delle tasse per un ammontare che arrivava ai 20 milioni di sterline. “Crediamo che quei 20 milioni di sterline siano soldi dovuti all’erario e potrebbero finanziare servizi e assistenza pubblici e vitali, motivo per cui abbiamo intrapreso un’azione legale per far dichiarare l’affare illegittimo”.

Perché adesso?

Viviamo in un sistema economico chiuso le cui crepe stanno diventando sempre più visibili. Già nel 2012 i dirigenti del fondo monetario internazionale, la Banca mondiale e l’Organizzazione mondiale per il commercio hanno avvertito che le misure di austerità stavano creando pericolosi livelli di disoccupazione e di disuguaglianza. Essendo quello che sono, per loro la minaccia è rappresentata dal protezionismo, piuttosto che dall’esplosione della rabbia sociale o dall’aumento (già in corso) di movimenti neo-fascisti. Confrontata con la prospettiva reale di un altra e forse molto più profonda, o anche finale, catastrofe economica la Banca mondiale ha finalmente prestato ascolto al Tax Justice Networkcirca la necessità di riprendersi almeno una parte di una somma stimata tra i 13 e i 26 mila miliardi di dollari non tassati e non giustificati fermi in istituti bancari offshore.

Mentre questa nuova mossa verso l’apertura di (alcuni) paradisi fiscali ad (alcuni) governi potrebbe aiutare a mantenere il sistema in vita ancora per un po’, la cosa più importante è concentrarsi sul nuovo sistema che sta nascendo sulla base di forme economiche alternative incentrate sulle persone piuttosto che sul denaro. La presentazione di Pressenza al Deutsche Welle Global Media Forum nel mese di giugno farà proprio questo, e noi riferiremo su quanto c’è di veramente nuovo e meraviglioso, e rappresenta una svolta per il futuro.

Traduzione dall’inglese di Giuseppina Vecchia