Prima della rivolta che nel 2011 aveva investito il Paese, restava improbabile che la Tunisia ospitasse un evento come il Forum Sociale Mondiale. E invece quest’anno è stato possibile e, dal 26 al 30 marzo, Tunisi è stata la sede della sua XIII edizione.

Pensato sulla scia delle manifestazioni di Seattle del 1999, il Forum fu organizzato per la prima volta nel 2001 a Porto Alegre per diventare presto il contro-evento del Forum Economico Mondiale di Davos che ogni anno raccoglie gruppi elitari espressione del capitalismo.

Due anni fa dalla Tunisia era partita la spirale di rivolte che pian piano avevano interessato altri Paesi della regione, e la Tunisia oggi ospita il primo Forum di questa natura nel mondo arabo.

Non è, infatti, causale se la scelta dello slogan ufficiale dell’edizione nordafricana del Forum sia ricaduta su “Karama” (Dignità), parola divenuta presto famosa nel mondo e condivisa in tutte le proteste del mondo arabo in questi due anni.

I presenti al Forum sono stati circa 30mila e 5mila le organizzazioni registratesi: ambientalisti e pacifisti, esponenti e attivisti di genere, rappresentanti di minoranze o di popoli oppressi: Sahrawi, Palestinesi, Siriani e Sans Papiers. Tutti si sono ritrovati affianco a numerosi individui di movimenti sociali e sindacati provenienti da circa 130 Paesi per chiedere uno sviluppo più equo in un mondo più egualitario. Altissima la presenza europea, sudamericana e dal Sudafrica.

Il primo appuntamento si è tenuto martedì 26 marzo con la marcia in direzione dello stadio, dove la cerimonia d’apertura è stata riservata alle donne allo scopo preciso di lanciare un messaggio forte contro la tendenza conservatrice che va ad affermarsi tra i poteri regionali, ma anche in sfida al sistema patriarcale laddove nel mondo esso rappresenta motivo di discriminazione ed esclusione.

Si sono denunciate le illusorie soluzioni proposte in questi anni dai governi mondiali ai problemi socio-economici e climatici, le insidiose forme di controllo e di dittatura finanziaria, le responsabilità del capitalismo, e tutte quelle modalità di sfruttamento “legalizzate” a cui in Europa sono sottoposti i migranti. Ampio spazio è stato riservato ai temi sociali da una prospettiva economica; le ripercussioni prodotte dalla Primavera Araba e la crisi europea.

A queste sessioni conoscitive si sono alternati momenti artistico-musicali come l’esibizione di Gilberto Gil, musicista ed ex Ministro della Cultura brasiliano nel governo di Lula.

Il 30 marzo, ultimo giorno del Forum Sociale Mondiale di Tunisi, ha coinciso con la Giornata della Terra palestinese, quando nel 1976 sei manifestanti furono assassinati da Israele per essersi ribellati al tentativo di confisca di terra palestinese.

Nella dichiarazione prodotta dalla sfilata conclusiva del Forum è stato espresso il pieno sostegno per la resistenza popolare e per il Diritto al Ritorno dei rifugiati palestinesi, per il rilascio dei prigionieri palestinesi e per la fine dell’assedio su Gaza.

Si è ricercato nuovo consenso tra i presenti per il boicottaggio di Israele ed è stato proposto il rilancio delle Flotilla dirette a Gaza.

 

Il Forum si è chiuso con la marcia di 15mila persone per la Palestina, manifestazione fortemente simbolica nella misura in cui la Questione palestinese porta con sé ogni forma di ingiustizia sociale.