La politica è l’arte del compromesso e del possibile.

Traduzione: la politica (governo della città) è l’arte (attività creativa) del compromesso (accordo di mediazione) e del possibile (ciò che si può fare).

Nelle prossime settimane vedremo se e chi nel nuovo Parlamento saprà fare politica.

 I RISULTATI

Il risultato elettorale ci consegna un’Italia divisa, squilibrata, ancora incerta sulla strada da intraprendere per uscire dalla crisi in cui si è messa.

Chi ha dato la fiducia al centro-sinistra, vuole un governo capace di fare le riforme.

Chi ha dato la fiducia al centro-destra, vuole la continuità con i decenni trascorsi.

Chi ha votato per il Movimento 5 stelle, vuole liberarsi dei predecessori (tutti a casa).

Difficile trovare una maggioranza. E questo è certamente un danno per il paese, che ha problemi così enormi che avrebbero bisogno di un governo autorevole, sostenuto dalla fiducia degli italiani.

Non so se si riuscirà a formare un governo, con chi, quanto durerà, se saprà fare le riforme necessarie, tra quanto torneremo a nuove elezioni. Fare l’indovino non è il mio mestiere (e comunque non dimentichiamo che in passato abbiamo avuto un presidente del Consiglio come Berlusconi, e ministri come Bossi e Calderoli: difficile cadere più in basso).

Quello che mi interessa è capire i fatti, e cosa posso fare io (noi) per far andare meglio le cose. E’ evidente che il dato forte emerso dalla urne è la volontà di un cambiamento. Lo dice anche la grande mobilità elettorale che gli elettori hanno dimostrato di avere. Non è la prima volta che viene espressa, pur in forme diverse, una necessità di discontinuità con il passato, una forte contestazione e la voglia di novità nel Parlamento: è già accaduto nel 1976 con il Partito Radicale, nel 1987 con la Lega e i Verdi, nel 1994 con Forza Italia.

L’involuzione di quelle novità è nota a tutti…. e non è escluso che la storia si ripeta..

IL M5S

Oggi la novità è il Movimento 5 Stelle, che ha luci e ombre.

Le luci sono rappresentate da alcuni punti programmatici assolutamente condivisibili, dall’aver incanalato la protesta in un alveo democratico, aperto la partecipazione a tanti giovani. Le ombre sono la guida monarchica e centralizzata del movimento, l’assenza di confronto reale, la demonizzazione degli avversari.

Grillo (padre/padrone) resta un attore, recita una parte del copione (scritto da Casaleggio Associati s.r.l.), ma non vuole assumersi responsabilità politica.

D’altra parte l’aveva già annunciato lui stesso con la campagna elettorale (fatta nelle piazze, e anche questo è stato un segno positivo) chiamata significativamente Tsunami tour. Cos’è lo tsunami? L’onda arriva, travolge e sommerge tutto, ma poi si ritira e lascia solo fango e macerie. Ci vuole qualcuno che dopo lo tsunami si rimbocchi le maniche per togliere i detriti, ripulire e poi poter ricostruire. Chi lo farà questo lavoro?

Se il M5S mantiene la linea di “non alleanza” rischia di diventare un contenitore che tiene congelati i voti. Probabilmente è una strategia voluta, per costringere le altre coalizioni a trovare accordi sulle riforme, e quindi accusarle di inciuci e vecchia politica, per proseguire la raccolta di voti anche alle prossime elezioni… questo è un gioco che bada al tornaconto del Movimento e non al bene comune del paese.

Ma ciò potrebbe non accadere, se gli eletti del M5S agissero come la Costituzione prevede. I deputati sono eletti senza vincolo di mandato. Quindi ognuno di loro ha il dovere di votare secondo coscienza e di rispondere solo al corpo elettorale. C’è da sperare che tra i “grillini” ce ne siano tanti che non si considerano tali, ma semplicemente deputati della Repubblica italiana, decisi a votare in Aula per il bene di tutti, non seguendo le indicazioni del capo-partito.

Questa sarebbe davvero una grande novità. Vedremo.

RIVOLUZIONE CIVILE

Un altro dato uscito dalle urne è il fallimento totale (senza possibilità d’appello) della Rivoluzione civile di Ingroia. Il magistrato impolitico, che ha dato la colpa del proprio flop al Pd e ai giornalisti, era la foglia di fico che copriva 4 partitini, fingendo di essere il leader di una sedicente società civile che evidentemente rappresentava solo se stessa. Gli elettori hanno bocciato il brutto simbolo dietro al quale non c’era progetto politico. Dopo il disastro della Sinistra Arcobaleno del 2008, gli stessi protagonisti, recidivi, ci hanno riprovato, ma ormai non hanno più consenso. E’ un bene perché così non si perpetua l’equivoco, e il percorso avviato da Cambiare si può, Alba, Lista Civica e tanti altri soggetti rimasti fuori da questa competizione elettorale, potrà proseguire tenendo aperto un laboratorio politico senza ambiguità.

UNA POSTILLA

Lo scenario politico che abbiamo davanti a noi è quindi in grande movimento. Ci sono molti rischi, ma vi possono essere anche nuove opportunità. Dobbiamo saperle cogliere.

Per un possibile “buon governo” dell’oggi, la Rete Italiana per il Disarmo e il Tavolo Interventi Civili di Pace hanno proposto alle forze politiche un’Agenda della Pace e del Disarmo  (http://www.disarmo.org/rete/a/37647.html ). E’ un vero e proprio programma di governo, realizzabile, che fa risparmiare denaro pubblico e genera nuove risorse. Dobbiamo lavorare per mantenere l’attenzione su questa Agenda e costringere il nuovo Parlamento a confrontarsi sulle singole proposte. L’abolizione del programma F35 e la riduzione drastica della spesa militare sono due priorità assolute (che fanno concretamente bene al paese), molto più di generiche e demagogiche campagne “contro la casta” (spero comunque che i grillini la smettano con il brutto slogan “tutti a casa”, perché ora anche loro fanno parte delle istituzioni. I partiti hanno presentato le liste, gli elettori hanno votato e gli eletti sono tutti uguali. Non si capisce perché quelli del M5S sarebbero “la gente” e gli altri “i politici”. Sono tutti cittadini candidati ed eletti, né più né meno come prevedono le regole democratiche).

Questa è la nostra aggiunta nonviolenta alla realtà politica odierna.

Ma è evidente che c’è bisogno di più. Che la situazione politica italiana è bloccata da troppo tempo, che le vecchie proposte non hanno più fiato e il nuovo è emerso come forza distruttiva del vecchio ma non ancora costruttiva del futuro. C’è bisogno di nonviolenza (forza della verità – potere di tutti) anche nel mondo politico.

In queste elezioni i singoli amici della nonviolenza hanno fatto la propria personale scelta politica (chi Sel, chi il M5S, chi il Pd, chi i Radicali di Amnistia-Giustizia-Libertà, chi Riv. Civ. o altre sigle ancora…), come voto di appartenenza, o voto strategico…

Per il futuro, invece, è necessario proseguire il percorso per trovare una dimensione politica della nonviolenza (oggi non presente nello scenario). E’ bene, quindi, che ora si apra una fase nuova, innanzitutto di confronto, per immaginare un’opzione politica nonviolenta comune.

La situazione è difficile, può peggiorare ancora. Ma poi ci sarà sicuramente bisogno di qualcosa di forte, nuovo, positivo, coraggioso, per ricostruire su nuove fondamenta la politica. La nonviolenza può essere “la pietra che i costruttori hanno scartato” e che poi è diventata “la pietra angolare” (Matteo 21, 42).

Fino ad oggi abbiamo votato per “il meno peggio”, può essere che la prossima volta riusciremo a votare per “il più meglio”…

Discutiamone.