Elezioni israeliane, nasce il movimento “Real Democracy”: cittadini di  Israele votano il partito indicato da palestinesi di Gaza, Cisgiordania  e Gerusalemme Est.

A poche settimane dalle elezioni politiche israeliane, il prossimo 22 gennaio, si fa largo sul  web un movimento creato da un gruppo di palestinesi, israeliani ed  internazionali che invita i cittadini israeliani alla “ribellione elettorale”.

L’idea che sta alla base di questa azione è semplice: i cittadini  israeliani rinunciano al loro voto alle prossime elezioni a favore di un  qualsiasi palestinese che vive in Cisgiordania, a Gaza o a Gerusalemme
Est – sotto l’occupazione israeliana – e quindi non ha diritto al voto.
Il manifesto del gruppo afferma: “Tutti gli uomini nascono uguali, questo si suppone sia un valore universale. Eppure, l’attuale legge  israeliana ed internazionale non tratta i cittadini palestinesi e quelli
israeliani allo stesso modo. Senza un sistema ‘una persona un voto’  Israele non può essere considerato uno Stato democratico. Assoggettare i palestinesi ad uno Stato in cui non sono cittadini a pieno titolo va
contro i principi fondamentali della democrazia”.

Il movimento, nella pagina Facebook Real Democracy  <http://www.facebook.com/ElectoralRebellion> spiega il motivo per cui i  fondatori non considerano Israele come una vera democrazia, argomentando
che “il governo israeliano regola e controlla la vita di milioni di palestinesi che vivono sotto l’occupazione e l’assedio, ma non hanno il diritto di eleggerlo. È il governo israeliano a definire quali palestinesi possono entrare ed uscire dal paese, a decidere quando e come l’esercito israeliano deve invadere, attaccare e controllare le città palestinesi ed è sempre il governo israeliano che stabilisce quali partiti o opinioni politiche sono illegali e sotto quali condizioni le tasse dei palestinesi vengono raccolte e distribuite”.
Vale a dire che i palestinesi sono effettivamente governati ma senza il loro consenso e non hanno voce in capitolo nelle decisioni che li riguardano.

Nella pagina Facebook del gruppo vengono indicate le modalità attraverso le quali i cittadini israeliani possono cedere il proprio voto, pubblicando sulla bacheca della pagina una nota. Ad esempio: “Il mio
nome è Shalom Shalom, ho 24 anni e vivo a Gerusalemme. In queste elezioni, io do il mio voto ad un cittadino della Palestina”. Da parte loro, i cittadini palestinesi possono rispondere alla nota con un
messaggio diretto: “Il mio nome è Salam Salam, ho 24 anni e vivo a Gaza, userò il tuo voto”. In seguito, i due verranno invitati a scambiarsi l’amicizia ed in privato inizieranno una conversazione in cui il
palestinese indicherà all’israeliano chi votare alle elezioni.

Rossana Zena – Nena News

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