Con 366 favorevoli, 31 contrari e 58 astenuti la Camera ha approvato in via definitiva la legge sul riconoscimento dei figli naturali (ossia nati fuori dal matrimonio), equiparandoli del tutto a quelli legittimi (quelli nati da una coppia sposata).

Cade così finalmente la distinzione tra figli naturali e legittimi; d’ora in poi si userà soltanto il termine “figli”. Secondo i dati Istat il 24,5 per cento dei bambini nati nel 2011 aveva genitori non sposati, mentre nel 2008 questa percentuale era del 19,6. Una realtà considerevole, che ora vede riconosciuti i propri diritti, ponendo fine a una discriminazione assurda e anacronistica.

Su questo argomento abbiamo chiesto un commento ad Anita Sonego, Presidente della Commissione Pari Opportunità del Comune di Milano, ai cui tenaci sforzi si deve l’adozione del Registro delle Unioni Civili a livello milanese:

La legge che elimina ogni distinzione tra i figli nati all’interno e quelli all’esterno del matrimonio è un passo avanti verso il riconoscimento della realtà.

Finalmente, viene da dire, il Parlamento riconosce che in Italia un quarto (dico uno su quattro!) dei bambini nasce fuori del matrimonio.

L’esultanza, quindi, è collegata all’arretratezza di un Parlamento che non ha ancora varato il Riconoscimento delle Unioni Civili, che impedisce la fecondazione eterologa e costringe cittadine e cittadini ad andare nei numerosi paesi europei “civili” che permettono alle coppie etero ed omosessuali di usufruire di un ‘servizio’ dovuto.

Viene da chiedersi se il controllo della Chiesa Cattolica sul Parlamento si sia un po’ allentato. Tutto ciò fa sperare in un futuro in cui le italiane e gli italiani potranno vivere in un paese in cui finalmente si attui l’articolo 3 della Costituzione!”