All’inizio di settembre si è consumato un nuovo attacco ai diritti della popolazione. In particolare contro i migranti irregolari, ai quali viene negata l’assistenza sanitaria, se non a pagamento. Questa misura si aggiunge a quelle che già si stanno applicando contro i pensionati, costretti a spendere una parte sostanziosa della loro pensione, contro i malati cronici e contro gli utenti in genere. Molti, semplicemente, non potranno pagare per medicine o assistenza, con conseguenti rischi non solo per la propria vita ma anche per la salute di tutti.

Davanti a questa situazione, il Partito Umanista dichiara in un comunicato pubblico che “ancora una volta si giustifica tutto in nome del denaro. Non ci sono risorse, dicono, per mantenere un sistema sanitario come quello attuale, né per assistere quelli che non pagano. Per quanti rimangono fuori del sistema pubblico, affermano inoltre, le porte delle urgenze resteranno aperte. Le situazioni che ne deriveranno sono semplicemente assurde: i reparti d’urgenza al collasso, malati senza trattamenti per la mancanza di risorse, rischi di epidemie, la spregevole discriminazione contro gli ammalati, respinti e accusati di essere la causa dei problemi economici del sistema”.

“Che il sistema sanitario spagnolo sia tanto costoso è una menzogna – ci spiega Arturo Vilora, segretario nazionale del Partito Umanista spagnolo – la sanità pubblica che abbiamo in Spagna costa meno di quella statunitense, benché l’assistenza sanitaria negli Stati Uniti sia peggiore e sia in mano private. Il privato non è più economico del pubblico, al contrario. Noi denunciamo il fatto che dietro i tagli e il voluto deterioramento del sistema pubblico ci sono gli interessi delle grandi compagnie, appoggiate dal governo del PP, che hanno così la possibilità di incrementare i propri profitti trasformando l’assistenza sanitaria in un affare. Le misure prese dal governo non serviranno a salvare il settore, ma bensì a fare in modo che questi guadagni più denaro. Se in questo sistema, il cui valore centrale è il denaro, la guerra è un grande affare, perché non dovrebbe esserlo anche la salute, l’educazione, la giustizia, e così via?”

“La qualità del servizio pubblico poggia sul personale medico e amministrativo di ospedali e ambulatori, che versano in condizioni sempre più difficili: si tagliano i posti di lavoro, si licenziano i precari, si chiudono strutture, le risorse sono sempre di meno, ma nonostante tutti questi intralci il personale è impegnato a difendere un modello di sanità pubblica tra i migliori del mondo”, commentano gli umanisti.

“Tuttavia noi non difendiamo il sistema pubblico perché è meno costoso, o perché possiamo permettercelo, ma piuttosto perché la salute, l’educazione, i bisogni primari della persona sono al di sopra di qualunque debito, dei soldi, dello Stato e di qualunque altra considerazione. Considerando tutto in funzione della salute e della educazione, i complessissimi problemi economici e tecnologici della società attuale troveranno il giusto inquadramento per la loro soluzione. A noi sembra che procedere nel modo opposto non ci porterà verso una società in grado di evolversi”.

“Vogliamo inoltre dimostrare – termina il comunicato – il nostro appoggio alle migliaia di medici che hanno già annunciato la loro disobbedienza a questa legge, dichiarando di voler assistere le persone indipendentemente dal fatto che abbiano o no i documenti, e che paghino o meno i contributi”.

Un’iniziativa incoraggiante. Se migliaia di medici la portano avanti e se vi si aggregano anche personale amministrativo e utilizzatori degli ambulatori, se la maggioranza della società conviene sul fatto che la salute è un diritto essenziale della persona ed è al di sopra di qualsiasi attività speculativa, quale forza potrà mai opporsi?

 

Traduzione dallo spagnolo di Giuseppina Vecchia