Al termine di una riunione tenuta ieri a Bissau, i partecipanti hanno confermato lo scioglimento di tutte le istituzioni antecedenti al colpo di stato della scorsa settimana e la creazione di un ‘Consiglio nazionale di transizione’ incaricato di nominare un presidente e un governo ad interim.

A firmare l’intesa con i militari sono stati gli oppositori all’ex primo ministro destituito Carlos Gomes Junior, favorito al ballottaggio delle presidenziali che si sarebbe dovuto tenere il 29 aprile. Assieme ad altri candidati sconfitti al primo turno, il suo principale contendente Koumba Yala aveva denunciato “brogli massicci” e minacciato di boicottare il ballottaggio. Sia Yala che gli altri oppositori hanno condannato con un certo ritardo il golpe ma hanno delegato i propri rappresentanti a intavolare colloqui con i militari, cominciati domenica scorsa.

L’accordo, firmato davanti alla stampa, precisa che “la struttura gerarchica dell’esercito rimane invariata” e che i militari rientreranno nelle caserme “quando il nuovo presidente presterà giuramento”. Rimangono in stato di detenzione il primo ministro uscente Gomes Junior e il presidente ad interim Raimundo Pereira. L’ex formazione di maggioranza, il Partito per l’indipendenza della Guinea Bissau e di Capo Verde (Paigc), ha invece chiesto all’Onu di inviare a Bissau “una forza di stabilizzazione per proteggere la giovane democrazia”.

Nel frattempo la Banca mondiale e la Banca di sviluppo africana (Bad) hanno deciso di sospendere i loro aiuti destinati ai progetti di sviluppo in Guinea Bissau, ma mantengono il sostegno agli interventi urgenti. Una sanzione che si aggiunge a quelle già adottate dall’Unione Africana (UA), dalla Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Cedeao/Ecowas) e da altre istituzioni internazionali che esigono il ritorno all’ordine costituzionale e la liberazione dei dirigenti arrestati. Sulla crisi di Bissau è dedicata la riunione che si terrà oggi al Consiglio di sicurezza dell’Onu per valutare i termini di un’eventuale missione da dispiegare nell’ex colonia portoghese. La presidenza ivoriana della Cedeao ha convocato per il 26 aprile a Abidjan un vertice straordinario dei 15 Stati membri dell’organismo regionale per valutare la situazione sia in Guinea Bissau che in Mali.