Raggiunta dalla MISNA a Sirte, la portavoce del Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr), Dibeh Fakhr, fa il punto della situazione nella città natale di Muammar Gheddafi, da settimane assediata dai combattenti del Consiglio nazionale di transizione (Cnt).

A favorire il flusso dei civili è stata la sospensione delle operazioni militari da parte del Cnt che fino ai giorni scorsi ha bersagliato con l’artiglieria pesante Sirte appoggiata dai raid aerei della Nato.

“Non abbiamo dati precisi – aggiunge la Fakhr che si trova a pochi chilometri dalla città e che conferma la sospensione dei bombardamenti – ma sono sicuramente migliaia le persone riuscite a fuggire. In migliaia si trovano da giorni a Harawa, a una cinquantina di chilometri da Sirte, ma tanti sono dispersi in piccoli gruppi e si stanno concentrando in altre zone”.

Dai racconti di chi fugge emerge il quadro di una città dove da giorni mancano acqua potabile e corrente elettrica, generi alimentari e medicinali. “Negli ospedali manca di tutto – conclude la portavoce della Croce Rossa – oggi cercheremo di raggiungerne uno per una consegna di farmaci e ossigeno. Purtroppo però manca sufficiente personale sanitario ed è al momento impossibile portare via i feriti senza correre rischi”.

In un comunicato affidato alla stampa, il Cicr ha invitato le parti in conflitto a rispettare il diritto umanitario e a garantire l’incolumità dei civili e il loro libero accesso agli ospedali. “Le condizioni di lavoro cui sono stati costretti medici e infermieri nelle ultime settimane sono state estremamente difficoltose” ha detto Hichem Khadraoui che sta guidando le operazioni sul posto e ha potuto visitare l’ospedale Ibn Sina. “Nella struttura – ha aggiunto – arrivano sempre più pazienti, le scorte medicinali sono in esaurimento e c’è un disperato bisogno di ossigeno”.