Questo lunedì mattina, l’edificio universitario di lingua neerlandese ha aperto le proprie porte per diventare luogo di vita comunitaria e impegnata. I locali sono stati assegnati, la gente è affaccendata, l’intelligenza umana colora le varie attività: la cucina, il laboratorio di economia, l’attività teatrale. Dopo tante e talvolta drammatiche peripezie, largo alla Dignità della lotta per una democrazia realmente partecipativa. Si parla spagnolo, francese, inglese, neerlandese.

Riprendiamo il racconto dello svolgimento degli eventi.

Sabato, in serata, i marcianti “Indignados” arrivano a Bruxelles. Nella penombra del tramonto, sotto la pioggia ma, soprattutto, sotto il crepitio di macchine fotografiche e telecamere, eccoli là, stanchi ma radiosi. Di colpo, la pioggia, l’attesa, il freddo, tutto questo non ha più importanza. I 500 belgi e i marcianti partecipano di una emozione comune. Un momento unico di felicità, l’energia forte e gioiosa di quei 2000 km percorsi tra città e villaggi.

Sono già le venti quando comincia l’assemblea al parco Elizabeth, con un unico ordine del giorno: dove sistemarsi?

Nei locali di una università fiamminga vuota e requisita per l’occasione? Oppure nel parco, nonostante il divieto del sindaco? Gli argomenti espressi a favore dell’una o dell’altra opzione hanno tutti una loro ragion d’essere:

– Sistemiamoci nel parco! Il simbolo del movimento è proprio accamparsi dovnque si arrivi, è la base della nuova politica, quella della democrazia partecipativa, tra la gente, negli spazi pubblici, visibili e accessibili a tutti!

– Andiamo nell’edificio dell’università!
Con la pioggia e il freddo della notte, con la stanchezza, alcuni sono ben contenti di poter avere un tetto per la notte. La parte essenziale di questa settimana sono i laboratori, per riflettere e preparare una democrazia internazionale. Bisogna poter lavorare in buone condizioni. D’accordo che il parco è accessibile e visibile durante il giorno. Ma le tende, alla fin fine, di notte non è che siano tanto visibili!

Alle 22, ancora non si è raggiunto un accordo. La maggior parte è già nell’edificio, mentre altri 48 sono arrestati brutalmente, e portati in carcere.

La domenica, alle 11, arrivano in autobus, stremati, alcuni con dei graffi. Ma sono contenti: almeno, è chiaro che sono stati portati via, obbligati, tenuti sotto costrizione dai rappresentanti di un sistema che non permette ai cittadini di occupare gli spazi pubblici.

Lentamente, il “campo” comincia ad organizzarsi dentro l’università. Si installa la cucina, enormi pentole si riempiono di verdure recuperate al mercato, i thermos pieni di caffè distribuiscono il liquido corroborante, le scope circolano, capi d’abbigliamento gratuito di seconda mano permettono di cambiarsi. I giornalisti arrivano, si prendono il tempo necessario per capire meglio tutti i movimenti, gli impegni, il senso di tutto.

Negli stupendi auditorium, i primi laboratori cominciano ad organizzarsi sui temi dell’acqua e della condizione femminile in Europa, con molte idee innovatrici, esperienze, e tanto futuro.

Il sole sembra a sua volta deciso a riconciliarsi con il Belgio, e c’è da sperare che ci offrirà il parco per continuare i laboratori con la gente del quartiere!

Continua!!

Informazioni: www.walktobrussels.eu

Traduzione dal francese di Giuseppina Vecchia