E’ la riflessione di Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace, rete della società civile italiana, alla vigilia del decimo anniversario dell’inizio dell’offensiva internazionale in Afghanistan.

Lotti richiama l’attenzione sulle conseguenze in Italia del’intervento delle truppe in Afghanistan. “Possiamo permetterci – chiede – di non fare un bilancio di questi dieci anni di guerra? Possiamo fingere di non vedere il disastro che ha provocato? Mettiamo per il momento da parte le riflessioni morali, politiche e militari e guardiamo solo agli aspetti biecamente economici della faccenda. Se il primo anno di guerra in Afghanistan ai contribuenti italiani è costato circa settanta milioni di euro, oggi ne costa più di settecento. Quante famiglie in difficoltà potremmo aiutare con due milioni di euro al giorno? A quanti giovani potremmo offrire un posto di lavoro?”

Tra poche settimane il parlamento sarà chiamato ancora una volta a decidere se e come rifinanziare la partecipazione italiana alla guerra in Afghanistan. “Nessuno può permettersi di giungere a quell’appuntamento nello stesso modo in cui ci si è arrivati per dieci anni, senza un vero confronto politico pubblico, senza una valutazione della strada che si sta percorrendo, senza una strategia e degli obiettivi chiari. Decidere cosa fare della nostra presenza in Afghanistan è questione di grande rilievo pubblico nazionale e dopo dieci anni di guerra solo degli irresponsabili possono pensare di rifinanziare automaticamente la missione” sostiene il coordinatore della Tavola della pace.