Ci sono venuti incontro i Maya, in villaggi guatemaltechi, che ci raccomandano ai loro Dei e spiriti. Newyorkesi di tutte le nazionalità immaginabili ci hanno accompagnati all’incrocio del simbolico ponte di Brooklyn. Un giovane soldato che è ritornato dall’Iraq, che ai piedi del Monumento a Lincoln, a Washington, ci mostra la sua anima ferita ma decisa a cambiare le cose. A Tijuana, ci ricevono coi loro rituali sacri per benedirci e augurarci un buon arrivo a Punta de Vacas. A Città del Messico le donne lavoratrici, in sciopero della fame, ci ricevono e fanno propria la Marcia. Insomma, un’effervescenza di decine di esperienze molto commoventi.

P: Cosa ti ha impressionato di più nel tratto della Marcia che hai accompagnato?

T.H.: Ti stavo dicendo appunto che sono molte le esperienze che mi stanno colpendo, a mano a mano che percorro la nostra Regione. Forse la cosa più forte è stata arrivare alle 2 della mattino ad Esquipulas, con 6 ore di ritardo e trovare centinaia di persone che continuava ad aspettarci, sperando di inaugurare la scultura in omaggio alla Marcia Mondiale, innalzata all’entrata del paese. Sapere che all’inizio c’erano più di cinque mila persone ad aspettarci. Trovare un paesino grato fino alle lacrime nel ricevere la Marcia ed inaugurare di buon mattino una meravigliosa, sorprendente scultura con 22 paia di gambe ferme su delle armi che affondano nella terra. Gambe che rappresentano le 22 culture del paese, create a partire da calchi delle donne, dei bambini, degli anziani e degli uomini del paese. E dopo averli ringraziati, li abbiamo invitati ad una nuova sfida: costruire un Parco di Studio e Riflessione e sapere il mattino seguente che sono rimasti ore a pianificare come lo faranno. Credo che quest’esperienza sintetizza la bontà della Marcia che stiamo realizzando.
L’altro aspetto, il contrasto, l’esperienza più forte è stata vedere il muro che separa gli USA dal Messico a Tijuana. Chi non lo vede, non lo immagina né lo crede. È un nuovo muro di Berlino. È di una violenza estrema. Vedere e toccare le cinque mila croci di coloro che sono morti cercando di attraversare la frontiera è qualcosa che rimuove la coscienza e il cuore.

P: Come si concluderà la Marcia e che succederà dopo?

T.H.: La Marcia Mondiale finisce il 2 Gennaio nel Parco di Studio e Riflessione di Punta de Vacas. In questo giorno finisce la Marcia ma non la sfida che ci siamo proposti: creare coscienza sulla Pace e la Nonviolenza.
Ciò che segue, quindi, è dare continuità a quel progetto organizzando, vincolando coloro che amano l’idea di dargli forza. Per questo il compito più importante sarà promuovere la formazione dei cinque Organismi che, agendo in campi differenti e specifici, continuino a strutturare proposte e azioni concrete a livello locale e mondiale per dare concretezza a quello che l’Umanesimo ha sintetizzato nella frase: “Umanizzare la Terra”.
Quindi bisognerà progettare il modo di agire nel sociale de La Comunità per lo Sviluppo Umano, per continuare a superare la violenza, il modo di avanzare verso la Convergenza delle Culture, il modo di agire nell’aspetto politico con un Partito Umanista che sia l’espressione della base sociale; sicuramente Mondo Senza Guerre dovrà cercare il modo di dare continuità a tutte le proposte ricevute durante questa Marcia Mondiale e il Centro Mondiale di Studi Umanista che sta già preparando un prossimo Simposio, per ottobre del 2010.

P: Come si arriva a Punta de Vacas?

T.H.: Si arriva soprattutto con molta voglia di essere protagonisti di un momento storico unico. Si arriva con la decisione presa di contribuire a fare del nostro pianeta un posto migliore per tutti.
In termini più “pratici”, a Punta de Vacas si arriva da Santiago del Cile o da Mendoza, Argentina, entrambe le città situate ad approssimativamente 170 chilometri dal Parco. Ci si può arrivare in autobus, l’informazione per comprare i biglietti si trova nel sito www.marchamundial.cl – “tratto finale.” Perché si tratta effettivamente del tratto finale di una Marcia che ha percorso tutto il mondo creando coscienza sulla necessità del disarmo e della pace.

Traduzione dallo Spagnolo di Annalisa Pensiero