Diouf realizza lo sciopero della fame nella reception dell’edificio della FAO a Roma, e qui resterà senza bere ne mangiare per 24 ore.
Mentre iniziava il suo digiuno il Direttore Generale della FAO ha rilasciato un’intervista spiegando il suo gesto e invitando le persone a partecipare alla campagna per eliminare la fame nel mondo, firmando la petizione nel sito web: 1billionhungry.org
Il compromesso per l’eliminazione della fame dice:
Per i più poveri del mondo, che spendono fino all’ 80 % delle risorse familiari per alimentarsi, la crisi provocata dall’innalzamento dei prezzi ancora non è terminata.
Per questo, e siccome il totale delle persone che soffrono la fame ha raggiunto un record storico di 1.020 milioni, la FAO ha convocato un Vertice Mondiale sulla Sicurezza Alimentare, dal 16 al 18 novembre, nella sua Sede a Roma.
Il Vertice riunirà più di 60 capi di Stato e di Governo, e il suo obiettivo è quello di raggiungere un consenso amplio per ottenere l’eliminazione della fame nel mondo, con investimenti chiave nel campo dello sviluppo dell’agricoltura dei paesi poveri, creando un sistema di governo della sicurezza alimentare mondiale più coerente ed efficiente.
“Non è più sufficiente ridurre la fame, bisogna eliminarla. Questa è una delle idee che portiamo come Regione al Vertice. Abbiamo i mezzi per farlo, manca unire volontà politiche e compromesso internazionale”, ha segnalato José Graziano da Silva, Rappresentante Regionale della FAO.
L’America Latina e il Caribe, sono state la prima Regione del mondo a manifestare il loro compromesso con l’eliminazione totale della fame nel XXI secolo. Lo fecero ratificando il loro appoggio all’Iniziativa América Latina y el Caribe sin Hambre, nella Declaración de Salvador, Bahía, nel 2008. La Dichiarazione fu firmata da tutti i paesi della Regione, e stabilisce la necessità di aumentare gli sforzi per l’eliminazione totale del flagello della fame.
Alla vigilia del Vertice Mondiale, anche la FAO ha fatto un appello affinché tutte le persone si manifestino contro la fame, facendo un digiuno solidale, e firmando una petizione nella quale affermano che è inaccettabile che più di mille milioni di persone non abbiano un’alimentazione adeguata.
La crisi, in appena 3 anni, ha annullato tutti i progressi raggiunti nella lotta contro la denutrizione in America Latina e il Caribe tra il 1990 e il 2006. Nel 2009, si stima che il totale delle persone denutrite sia tornato ai livelli del 1990/92, 53 milioni, dopo esser sceso fino a 45 milioni nel 2006.
I prezzi degli alimenti continuano ad essere alti
I prezzi internazionali degli alimenti continuano ad essere alti nonostante il buon raccolto mondiale di cereali nel 2009 e la caduta dal suo punto massimo di giugno 2008, colpendo principalmente i paesi poveri che sono a sua volta importatori netti di alimenti. A ottobre, l’indice dei prezzi internazionali di alimenti della FAO ha raggiunto i 158 punti, il suo livello più alto negli ultimi 12 mesi. Nel 2009, i prezzi hanno accumulato un aumento del 10,5%.
Il rialzo dei prezzi internazionali ha lasciato sequele importanti nei prezzi degli alimenti in America Latina e nei Caraibi. Si osserva che nella maggioranza dei paesi della Regione si accumula un’inflazione di alimenti superiore di due punti in soli 24 mesi.
Tutto questo si dà in un contesto complesso: la crisi economica ha ridotto l’impiego e le entrate reali delle famiglie. Una delle principali minacce che affronta la Regione è l’aumento e la persistenza della disoccupazione. A questo si somma la forte caduta nelle rimesse percepite in molti paesi della Regione nel 2009.

Traduzione dallo Spagnolo di Annalisa Pensiero