Rajagopal, leader del movimento nonviolento che lotta per i più svantaggiati, lo scorso fine settimana ha incontrato a Madrid diverse organizzazioni, chiedendo aiuto per portare avanti il suo progetto di ridare dignità e legalità alle genti più povere dell’India, gli intoccabili, i contadini senza terra o gli schiavi per debiti. “Cerchiamo soci”, ha detto il fondatore di Ekta Parishad, “nessuna lotta avrà successo se agiamo in modo separato”.

Nell’incontro ha denunciato il sistema economico attuale che “promuove la produzione massiva ma non la produzione per le masse”, e ha invitato a lavorare per cambiare il sistema in maniera nonviolenta. Si è diretto in special modo ai giovani, che bisogna educare in altro modo, “demilitarizzando le loro coscienze” -ha detto- “coscientizzandoli affinché credano che possono cambiare il mondo e -inoltre- che lo facciano in forma nonviolenta. Se non sei indifferente, il mondo sarà differente!”, afferma Rajagopal.

Già nel 2003 realizzò una marcia con 25.000 persone, che comportò la consegna di terre a seimila famiglie da parte del governo.

Con questa esperienza e appoggiandosi sulle idee e sulle pratiche di Gandhi, si propone di portare a termine una marcia che durerà un anno e che finirà il 2 ottobre 2012 davanti al parlamento indiano, dove si chiederanno cambiamenti legali riferiti alla proprietà della terra, dell’acqua, ecc.

Per sostenere questa marcia, che prevede di mobilitare 100.000 persone, e per fare pressioni sul governo del suo paese, Rajagopal sta preparando una campagna economica e di invio di lettere al primo ministro indiano, che sarà lanciata pubblicamente nelle prossime settimane.

L’incontro è terminato con la proiezione del documentario “La marcia degli abbandonati” e rispondendo alle domande dei partecipanti.

FOTO DELL’INCONTRO
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Tradotto dallo spagnolo da Roberta Consilvio