Alla vigilia della “Settimana internazionale #StopHP”

  • A seguito di segnalazioni sulle complicità con violazioni di diritti umani, HP scompare dal programma di un convegno sull’etica nell’informatica
  • Da oggi, 25 novembre, fino al 3 dicembre, oltre 100 azioni nel mondo, una ventina in Italia, per il boicottaggio di HP
  • Un consigliere di Derry (Irlanda del Nord) si impegna a restituire i prodotti HP in dotazione

La Hewlett Packard è stata rimossa dal programma del convegno “Etica e Responsabilità Sociale dell’Informatica” che si svolgerà a Milano il 5 dicembre. (locandina iniziale)

BDS Italia, sezione italiana del movimento a guida palestinese per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) nei confronti di Israele, aveva segnalato agli organizzatori il ruolo chiave che HP ricopre nella fornitura di tecnologie a sostegno della occupazione militare israeliana e la soppressione dei diritti umani dei Palestinesi, sottolineando come la sua partecipazione non solo rischiava di macchiare un importante convegno ma permetteva anche ad HP di creare una falsa immagine di impresa socialmente responsabile.

BDS Italia accoglie con favore questa scelta di coerenza da parte degli organizzatori, in linea con il loro impegno per un esercizio della professione informatica secondo principi etici e lo scopo di promuovere la solidarietà sociale. La notizia arriva con l’inizio della Settimana di azione internazionale #StopHP.

Da oggi, 25 novembre, fino al 3 dicembre oltre 100 azioni saranno organizzate in molti paesi del mondo, una ventina in Italia, per promuovere la campagna di boicottaggio di HP. Si tratta della più grande azione coordinata BDS mai organizzata.

Il gruppo Hewlett Packard ha sviluppato e mantiene il sistema biometrico di identificazione per i checkpoint militari usato da Israele per schedare i Palestinesi e impedire la loro libertà di movimento. HP fornisce attrezzature alle carceri israeliane dove sono detenuti i prigionieri politici palestinesi, tra cui minori, molti senza processo e sottoposti a tortura. Sostiene con servizi e tecnologie gli insediamenti illegali israeliani nei Territori palestinesi occupati. HP è tra i più importanti fornitori di tecnologie alle forze armate israeliane responsabili della quotidiana oppressione dei Palestinesi.

In Italia sono previste iniziative in 11 città: Bologna, Cagliari, Firenze, Milano, Napoli, Pisa, Potenza, Roma, Ravenna, Torino e Udine.

Le iniziative vanno dalla realizzazione di finti checkpoint a volantinaggi davanti ai negozi che commercializzano prodotti di HP, incontri con studenti e insegnanti, lettere agli amministratori pubblici per chiedere di escludere HP dai fornitori di servizi e tecnologie sulla base di ragioni etiche.

Il 29 novembre, giorno ONU per la Solidarietà con il popolo Palestinese, a Londra si terrà un presidio alla Convention europea di Hewlett Packard Enterprise dove si aspettano 10.000 persone.

A Derry in Irlanda del Nord, dove il Consiglio comunale ha di recente aderito alla campagna BDS, un consigliere restituirà i prodotti HP fornitigli dal comune.

Hanno già disinvestito da HP diverse Chiese, tra cui la Chiesa Presbiteriana (USA) con oltre 1,5 milioni di membri.

In Italia, Pax Christi, il Forum Italiano dei Movimenti per L’Acqua, il sindacato USB, l’ONG Un ponte per… e la rete Ebrei contro l’occupazione, tra gli altri, si sono impegnati a non fornirsi da HP.

Dopo anni di complicità con le violazioni di Israele del diritto internazionale e dei diritti umani dei palestinesi, è ora che HP si attenga al proprio codice etico dove afferma che “il rispetto dei diritti umani è un valore fondamentale”.

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