Il 24 novembre un seminario internazionale, promosso a Roma da Rete Disarmo e IRIAD, su questi nuovi strumenti di guerra di cui anche l’Italia si doterà nel prossimo futuro. Esperti internazionali, società civile, politica a confronto sugli aspetti sociali giuridici, militari, industriali, della questione.

I droni armati, e le uccisioni extragiudiziali che vengono compiute con questi nuovi strumenti militari, sono ormai una realtà delle guerre del terzo millennio. Per capire meglio la dinamica ad essi legati, e per comprendere anche il ruolo del nostro Paese nella questione, giovedì 24 novembre si svolgerà a Roma un seminario internazionale promosso dalla Rete Italiana per il Disarmo ed organizzato dall’Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo.

Attivisti delle organizzazioni italiane della Pace e del disarmo si confronteranno con alcuni tra i massimi esperti internazionali del tema, con l’obiettivo di iniziare alcune azioni nell’ambito delle iniziative promosse dal Forum Europeo sui droni armati recentemente costituito (e di cui anche Rete Disarmo da parte).

E’ importante e ormai non più procrastinabile iniziare ad occuparsi di droni armati: l’Italia sarà infatti il terzo Paese della NATO (dopo USA e UK) a dotare di armamenti i propri velivoli senza pilota, di cui dispone da qualche anno. Recenti accordi internazionali e la decisione nel 2015 del Congresso USA accogliere la richiesta italiana del 2012 consentiranno alle nostre Forze Armate di disporre fra qualche mese di droni armati. Senza dimenticare il coinvolgimento dell’industria nazionale in progetti di sviluppo del primo drone militare europeo (co-prodotto con Francia e Germania) la cui consegna è prevista per il 2025.

Nonostante le ragioni appena esposte, che confermano la rilevanza dell’Italia nella questione, nell’opinione pubblica e nel dibattito politico non c’è piena consapevolezza dall’importanza di occuparsi dei droni armati e di tutte le loro implicazioni (strategiche, militari, di ambito giuridico sia nazionale che internazionale, di coinvolgimento nei conflitti). Il grande pubblico viene a conoscenza solo sporadicamente, in corrispondenza di casi eclatanti ed emblematici, delle uccisioni extra-giudiziali compiute con droni armati, credendolo un problema solo statunitense e senza rendersi conto che fra poco tempo anche l’Italia parteciperà a questa realtà. Una preoccupante mancanza di comprensione e di dibattito, che la giornata di giovedì 24 vuole contribuire a colmare (come punto iniziale di un percorso di lungo respiro).

La mattinata di lavori si aprirà con l’anteprima, presentata da Maurizio Simoncelli vicepresidente di Archivio Disarmo, della ricerca in corso di realizzazione sul tema dei droni armati. Le tematiche poste sul tavolo della discussione verranno quindi elaborate e discusse sotto diverse prospettive da esperti della materia: Vincenzo Camporini (Vicepresidente IAI), Francesco Tosato (Senior Analyst Affari Militari Ce.S.I.), Philip Di Salvo (Ricercatore e giornalista), Srdjan Cvijic (Senior Policy Analyst Open Society European Policy Institute) coordinati dal presidente di Archivio Disarmo Fabrizio Battistelli.

Nel pomeriggio ci sarà spazio per interventi di respiro internazionale con Jessica Dorsey (di PAX Netherlands e coordinatrice del Forum Europeo sui Droni Armati), con lo studioso inglese dello European Council on Foreign Relations Anthony Dworkin, autore di recenti studi sulla dimensione europea del fenomeno, con la giurista Chantal Meloni (Università di Milano ed ECCHR) che andrà a sottolineare l’importanza della responsabilità anche giuridico. Elemento ribadito inoltre dalla presenza di Andrea Saccucci legale della famiglia di Giovanni Lo Porto, il cooperante italiano ucciso pochi in Pakistan nellaprile 2015 nel corso di un attacco di un drone armato statunitense. La giornata si concluderà con uno spazio di interazione e dibattito a cui sono stati invitati funzionari governativi ed esponenti parlamentari. L’obiettivo è fare della giornata di Roma sia l’inizio di una riflessione che si faccia carico delle problematiche che i droni armati comportano e promuova un dibattito politico che possa riempire lattuale vuoto legislativo.

Le considerazioni, i contenuti, i materiali di approfondimento che usciranno dal convegno “Droni armati: quale controllo?” saranno la base di una serie di iniziative di mobilitazione che la Rete Italiana per il Disarmo e i suoi partner italiani ed europei promuoveranno a partire dal gennaio 2017.