Dopo lo shock seguito all’elezione di Donald Trump, molti hanno cominciato a chiedersi come contrastare l’ondata di razzismo, xenofobia e discriminazione suscitata dalle sue posizioni. Le proteste si sono diffuse in tutti gli Stati Uniti e stanno iniziando a sorgere le prime forme di resistenza. Che prospettive può avere tutto questo? Ne parliamo con l’attivista per la pace e la nonviolenza David Swanson. 

Cosa pensi delle proteste avvenute in tutti gli Stati Uniti dopo l’elezione a presidente di Donald Trump?

Ho sentimenti contrastanti.

Sabato sera una ventina di giovani hanno percorso il centro di Charlottesville, in Virginia, gridando “Amore, non odio”, “Nessun essere umano è illegale!” e “Le vite dei neri contano!” e altri slogan anti-Trump. Non hanno distribuito volantini o coinvolto altra gente, anche se io li ho applauditi.

Nel frattempo alcune persone della mia età facevano commenti sprezzanti e sdegnosi, dicendo che ormai le elezioni erano finite e che quegli stupidi dovevano lasciar perdere. Un ubriaco, trattenuto da sua moglie o dalla sua ragazza, proclamava che “le vite dei neri non valgono un c…”.

La mia risposta è differente, anche se forse di uguale cinismo. Vorrei che tutti gli stupidi che non fanno manifestazioni e raduni riconoscessero che il sogno dell’autogoverno è finito e lasciassero perdere. Vorrei che tutti avessero lasciato perdere il mese scorso, l’anno scorso o il decennio scorso.

Amo il fatto che la gente manifesti gridando “Amore, non odio!”. L’idea che qualcuno abbia qualcosa da ridire su una simile dichiarazione dovrebbe turbare profondamente anche il più apatico elettore/consumatore/spettatore. In effetti ho appena contribuito a lanciare una petizione che dice: “Non ci faremo da parte mentre l’odio e la violenza vengono promossi dal nostro presidente eletto. Il razzismo e il fanatismo sono stati alimentati dalle guerre degli Stati Uniti all’estero, ma rendono anche molto più facili tali guerre. Ci impegniamo a resistere in modo nonviolento ad ogni odioso attacco contro altri esseri umani, dovunque essi vivano.”

Amo anche e sto aderendo alla nuova tendenza di portare una spilla da balia, per rassicurare chiunque tema qualsiasi forma di fanatismo che si trova davanti una persona fidata e rispettosa.

A questo punto però divento un po’ cinico. Hillary Clinton ha detto a un pubblico di banchieri della Goldman Sachs che creare una no fly zone in Siria avrebbe portato all’uccisione di molti siriani e poi ha dichiarato in pubblico di voler creare quella no fly zone. Se avesse vinto lei le elezioni, vi garantisco che nessuno si sarebbe messo a manifestare per strada gridando “Amore, non odio!”

Dunque mi preoccupa che perfino chi ha a cuore le sorti degli altri pensi solo al 4% dell’umanità negli Stati Uniti e non al restante 96%, oppure valuti la gentilezza verso gli altri solo se guidata dal meno odioso dei due grandi partiti politici.

I sindaci di varie grandi città come New York e Seattle hanno dichiarato che non collaboreranno con la promessa di Trump di deportare milioni di immigrati “irregolari” e cominciano ad apparire reti anti-deportazione. Cosa si può fare per rafforzare la resistenza al razzismo e alla discriminazione e proteggere chiunque (immigrati, musulmani, persone LGBTQ, donne) possa essere perseguitato dalla nuova amministrazione?

Lo trovo incoraggiante, anche se ho gli stessi sentimenti contrastanti riguardo al settarismo. Abbiamo bisogno anche di mezzi d’informazione. Alcuni annunciatori e proprietari di televisioni hanno ammesso apertamente che Trump era un male per il mondo, ma un bene per gli ascolti.

Dobbiamo anche trovare le forme migliori perché chi non è musulmano appoggi i musulmani. Quando ho proposto di registrarci tutti come musulmani per sovraccaricare il sistema, i musulmani mi hanno accusato di insultare la loro religione – il che naturalmente non era la mia intenzione.

Offrire protezione, protestare contro gli abusi e costruire alleanze: dobbiamo parlare in pubblico con molta chiarezza di tutto questo.

Pensi che questa situazione scioccante possa contribuire alla crescita di un vero movimento progressista?

Sì, anzi, l’ha già fatto. E’ ovvio, ma va comunque detto: questo NON significa che avremmo scelto questa situazione volontariamente, ma ora che ci siamo in mezzo ci sono anche dei risvolti positivi. La gente di Vicenza e di Napoli, della Sardegna e della Sicilia, di Roma e di Aviano dovrebbe capire che mantenere le basi USA e NATO è come farsi sputare in faccia da Donald Trump. Buttate fuori queste basi per la vostra dignità e per il bene di tutti noi! Qui negli Stati Uniti fin dal giorno successivo alle elezioni stiamo puntando a costruire un movimento per la pace quale non si vedeva da otto anni.

Traduzione dall’inglese di Anna Polo