Il Ministero dell’Istruzione ha trovato aule e insegnanti per accogliere richiedenti asilo sotto i quindici anni e sta preparando e integrando ragazzi dai 15 ai 18 anni attraverso programmi educativi nell’anno scolastico corrente.

Come risultato di questi sforzi, il 10 ottobre molti bambini rifugiati hanno cominciato a frequentare le scuole in varie regioni della Grecia, a cominciare dall’Attica, dalla Macedonia centrale e dall’Epiro. Questo programma verrà esteso gradualmente al resto del paese.

I bambini hanno viaggiato in pulman forniti dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, raggiungendo 19 scuole e hanno ricevuto materiali scolastici e libri.

Il Ministero dell’Istruzione ha espresso la sua gratitudine a “insegnanti, associazioni di genitori, autorità comunali, studenti volontari e Comitato Scientifico per il loro contributo al successo del primo giorno di scuola per i bambini profughi e per la calorosa risposta verso la loro armoniosa integrazione nelle scuole”, nonostante le reazioni avvenute in certe comunità.

In maggio il Ministero della Sanità aveva avviato una campagna di vaccinazioni rivolta ai richiedenti asilo in tutto il paese, realizzata da Medici senza Frontiere in collaborazione con il Segretariato Generale per la salute pubblica, il Centro Ellenico per il controllo e la prevenzione delle malattie e il Centro Nazionale per le operazioni sanitarie.

Secondo rapporti diffusi dai media, entro metà ottobre erano stati vaccinati oltre 7.000 minori tra le 6 settimane e i 15 anni di età. Il programma di vaccinazioni copriva dieci malattie infantili comuni (difterite, tetano, pertosse, morbillo, parotite, rosolia, meningite, epatite B, poliomielite e pneumococco) e si sta ancora svolgendo nei campi profughi della Grecia settentrionale.

Secondo i dati ufficiali, oltre 60.000 richiedenti asilo sono bloccati in Grecia dopo la chiusura della rotta balcanica e l’entrata in vigore dell’accordo tra l’Unione Europea e la Turchia, in marzo. Circa il 38% è costituito da bambini, tra cui molti minori non accompagnati, senza un genitore o un tutore.

Senza dubbio la Grecia deve affrontare tempi duri per via della crisi dei rifugiati, ma le viene anche offerta una grande opportunità. A livello individuale e generale, la società greca può riflettere e prendere posizione contro questa guerra assurda. Possiamo cercare di riflettere sulle condizioni in cui vogliamo che vivano i bambini di questo mondo e sul nostro futuro come umanità. E’ nostra responsabilità influenzare le cose a favore della vita e di un futuro aperto e non verso l’assurdità dell’odio, della paura e della distruzione.