Dimitris Panelis è uno studente che ha avuto l’idea di seguire l’esempio dell’Italia dopo la seconda guerra mondiale. Che cosa ha fatto l’Italia? O, più correttamente, che cosa ha pensato Dimitris di fare durante le attuali “condizioni di guerra economica”?

E’ già da dieci mesi che sono “in sospeso” migliaia di prodotti essenziali come il caffè, il pane, la verdura, la carne, le medicine, il carburante, spettacoli teatrali e ormai anche visite mediche per coloro che ne hanno bisogno. Sono almeno 800 le aziende coinvolte finora nel progetto e la lista continua ad allungarsi.

Il progetto si basa sulla solidarietà e la fiducia. Per acquisire una delle merci ‘’in attesa’’ non serve essere iscritto alle liste di disoccupazione o mostrare la copia della dichiarazione dei redditi nei negozi e al di fuori dei centri medici. Il processo è molto semplice. C’è una pagina di Facebook dove si indica la società che vuole partecipare inviando le seguenti informazioni: nome, indirizzo, numero di telefono e una fotografia che mostra la lavagna con i prodotti in attesa e la locandina del progetto. Se si desidera offrire, si acquista un bene o un servizio, si fa uno scontrino e si scrive sulla lavagna il bene o il servizio “in attesa”.

L’utente del servizio, senza mostrare nessun documento, guarda la lavagna e può scegliere qualcosa di buono tra le cose in offerta. Questo vale per tutti i beni e i servizi al di fuori dei centri medici, dove serve una iscrizione all’elenco anagrafico del Centro per l’Impiego.

L’iniziativa è ora in fase di ricostruzione. Dal momento che l’offerta è grande e c’è stata una significativa risposta, la nuova sfida ha a che fare con la gestione della domanda. In questo modo i prodotti e i servizi saranno distribuiti alle persone, agli istituti, alle cosiddette ‘’drogherie sociali’’, o alle famiglie in difficoltà. La idea è che non si butti e non si sprechi niente.

Dopo i beni e i servizi “in attesa”, sono nate anche le “Storie in attesa”, un documentario che ha vinto il primo premio al decimo festival dei documentari greci ‘’DocFest’’ svoltosi nella città di Calcide.

Nella pagina facebook dell’iniziativa compaiono sia l’elenco delle imprese coinvolte che il documentario. Un’altra iniziativa di solidarietà che si sta diffondendo in tutta la Grecia.

Traduzione dal greco di Olga Liakaki