Il giorno 20 settembre, in un discorso pronunciato durante il Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU, a Ginevra, l’ambasciatrice brasiliana Regina Maria Cordeiro Dunlop ha affermato che la consulta previa, libera e informata, prevista dalla Convenzione 169 dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, è stata scrupolosamente realizzata dal governo del Brasile nei confronti del popolo indigeno Munduruku, per il progetto della centrale idroelettrica di São Luiz do Tapajós. Peccato che l’informazione non sia veritiera.

Nel marzo di quest’anno, il Ministero Pubblico Federale ha consegnato un documento ufficiale nelle mani della relatrice speciale dell’ONU per i diritti indigeni, Victoria Tauli-Corpuz, durante il passaggio di quest’ultima ad Altamira, nel Pará. Il documento afferma che la consulta dei Munduruku non è avvenuta, nonostante fosse prevista dalla Convenzione e avvalorata da ordine giudiziario; così come non sono stati consultati gli abitanti delle sponde del fiume Tapajós. Nel documento, il Ministero Pubblico Federale afferma anche che, oltre all’inadempienza del diritto alla consulta, le principali violazioni relative al progetto della centrale di São Luiz do Tapajós riguardano il diritto al territorio e all’uso esclusivo delle risorse naturali, e il diritto a non essere compulsivamente rimossi dai territori tradizionali.

Il diritto alla consulta è stato ignorato dallo Stato brasiliano anche nei casi di dighe costruite in Amazzonia durante governi democratici, e dopo l’entrata in vigore della Convenzione 169. Lungo il fiume Teles Pires, che è il principale formatore del Tapajós, la centrale Teles Pires, già in funzionamento, e la centrale São Manoel, in costruzione, affettano direttamente i territori indigeni. Entrambe hanno causato impatti significativi allo stile di vita dei popoli Munduruku, Kayabi, Apiacás e delle comunità indigene in isolamento volontario.

Nei progetti di centrali elettriche nella regione amazzonica, il non adempimento della consulta previa è una regola. È il caso di Belo Monte, nel Parco dello Xingu, che attinge ben otto popoli indigeni; tantomeno sono state consultate le etnie che vivono a margine del fiume Juruena, raggiunte e compromesse dalla costruzione di una decina di piccole centrali elettriche.

Il 21 settembre, la delegazione di indigeni brasiliani presenti a Ginevra ha realizzato un evento parallelo alla sessione del Consiglio dell’ONU, intitolandolo “Diritti indigeni: prospettive in tempi di retrocesso e violenza in Brasile”. Vi hanno partecipato Elizeu Lopes, leader Guarani-Kaiowá e consigliere di Aty Guasu; Sônia Bone Guajajara, della coordinazione dell’APIB – Articolazione dei Popoli Indigeni del Brasile; Telma Taurepang, del gruppo Voce delle Donne Indigene, legato all’ONU. Vi hanno preso parte anche la relatrice speciale dell’ONU, Victoria Tauli-Corpuz, il procuratore Marco Antonio Delfino del Ministero Pubblico Federale di Dourados, Mato Grosso do Sul, la moderatrice Ana Maria Suarez-Franco della FIAN Internazionale (FoodFirst Information & Action Network). Durante l’evento è stato lanciato, a livello internazionale, il rapporto “Violenza contro i popoli indigeni in Brasile – dati del 2015”, che viene annualmente organizzato dal CIMI – Consiglio Indigenista Missionario. Lo studio riunisce dati sulla violenza e su violazioni di varia natura perpetrate contro i popoli indigeni. A Ginevra ne è stata presentata una sintesi con i principali dati estratti della versione in lingua inglese. È stato lanciato anche il rapporto “Il diritto umano all’alimentazione adeguata e alla nutrizione del popolo Guarani e Kaiowá – un approccio olistico” prodotto, in collaborazione con il CIMI, dalla FIAN Brasile (Rete di azione e informazione per il diritto ad alimentarsi). Il documento analizza le violazioni dei diritti e le cause dell’estrema precarietà alimentare e nutrizionale dei Guarani e Kaiowá del Mato Grosso do Sul.

L’evento parallelo ha chiuso gli impegni della delegazione indigena brasiliana, venuta in Svizzera per assistere alla presentazione del rapporto di Victoria Tauli-Corpuz sul viaggio da lei realizzato in Brasile nel marzo del 2016, e che l’ha portata a visitare aree del Mato Grosso do Sul, Pará, Bahia, nonché la capitale Brasilia. Durante il suo intervento, la Tauli-Corpuz ha tra l’altro affermato: “Negli otto anni seguiti alla visita del mio predecessore, un inquietante assenza di provvedimenti ha fatto seguito alle raccomandazioni che il Relatore Speciale aveva formulato per la soluzione di questioni antiche, di importanza vitale per i popoli indigeni”. Il rapporto, nella versione integrale in inglese, è consultabile al link:

http://unsr.vtaulicorpuz.org/site/images/docs/country/2016-brazil-a-hrc-33-42-add-1-en.pdf

Elizeu Lopes ha protratto la sua permanenza in Europa per portare la questione dei Guarani e Kaiowá all’attenzione dei membri del parlamento e dei governanti di Belgio, Austria, Svezia, Inghilterra e Unione Europea.

Fonte: Consiglio Indigenista Missionario.

Nella foto, la delegazione indigena brasiliana.