La quinta sezione del Tribunale del Riesame di Catania ha accolto la tesi dell’Avvocatura dello Stato e quindi il ricorso contro il sequestro della base militare di Niscemi presentato in rappresentanza del ministero della Difesa. Il Muos dovrà essere dissequestrato.

In poche parole, per il Riesame non ci sono vizi negli atti amministrativi e quindi le autorizzazioni per realizzare l’impianto delle antenne e del Muos erano legittime. Il Muos non è abusivo. Tutto ciò si addiziona alle valutazioni dello scorso maggio del Consiglio di giustizia amministrativa (CGA) che, a seguito dei test effettuati, escluse possibili impatti negativi sulla salute per via dell’emissioni elettromagnetiche dell’impianto.

Un perfetto allineamento dunque tra Difesa, Tribunale del Riesame e Stati Uniti che, guarda caso, casca a fagiuolo in questo mese di agosto quando il premio nobel per la Pace più guerrafondaio della storia, Barack Obama, decide di far guerra in Libia. Immediatamente il Governo italiano cala le brache mettendo a disposizione le basi militari site sul nostro territorio. Così, il popolo italiano, più che mai distratto da qualche settimana di riposo, oltre a ritrovarsi con una guerra di fronte casa, subisce l’ennesima ingiustizia inflitta stavolta dal Tribunale del Riesame catanese che, con sbalorditivo tempismo, per non venir meno ad uno sorta di solidarietà bellica, dà semaforo verde allo scandalo con l’ordinanza del 5 agosto.

Ai più smemorati va ricordato che la base ad uso esclusivo della Marina militare statunitense (e non quindi dello Stato italiano) è stata costruita all’interno della Riserva naturale della Sughereta, considerata sito di interesse comunitario (SIC), e per questo motivo in zona con divieto di edificabilità.

E non si tratta mica di fantascienza, bensì della legge italiana, se persino la Procura di Caltagirone, nella primavera del 2015 aveva disposto il sequestro della base, per l’appunto, per violazione del vincolo paesaggistico di non edificabilità assoluta. Del resto, al di là degli esiti delle valutazioni del CGA, il popolo No Muos dormiva sonni tranquilli proprio per il fatto di trovarsi dinanzi alla certificazione di un palese reato ambientale, e quindi oggetto di procedimento penale, che avrebbe dovuto scongiurare qualsiasi possibilità di dissequestro e di conseguenza di operatività del Muos.

Ma, sappiamo che le vie degli States sono infinite, soprattutto quando gli americani sono in guerra (ma quando non lo sono?) così come è senza frontiera l’assenza di pudore della classe dirigente nostrana. Il raggiro da parte delle autorità italiane alle nostre stesse leggi sembra palese e il meccanismo d’inganno ormai ben oliato.

Si passa così al successivo capitolo di questa storia senza fine che molto probabilmente ci vedrà assistere al ricorso in Cassazione della Procura di Caltagirone.

Arrivederci speranza!