Daniele Biacchessi scrive il libro “Storie di Rock italiano. Dal boom dei consumi alla crisi economica internazionale”, con la consapevolezza della mancanza di un’opera omnia, nel nostro Paese, che racconti e ripercorra gli eventi salienti della Storia d’Italia, dal boom economico degli anni Sessanta fino ai giorni della crisi finanziaria e economica globale degli anni Duemila. La Storia è narrata tramite i protagonisti della musica d’impegno civile e attraverso i linguaggi del Rock. Il messaggio musicale viene abilmente delineato e confrontato con gli eventi sociali e storici e il portato dello stile dei testi viene sapientemente descritto, oltre che dall’Autore, da noti critici musicali. Così le varie espressioni del Rock, del Jazz, del Blues e di molti altri stili sono inseriti a descrivere tasselli storici, come in un grande mosaico, nel panorama culturale e sociale degli ultimi settant’anni: queste le innovazioni apportate dal libro.

E così Daniele Biacchessi, eclettico e istrionico, ma sempre documentato giornalista d’inchiesta e di impegno civile, scrittore e teatrante, spazia nel racconto e descrive l’Italia dell’immediato dopoguerra, che, con la Resistenza Partigiana Antifascista e la conseguente Liberazione, ha conquistato la democrazia, con la realizzazione della Costituzione Italiana.

Biacchessi descrive, a partire dai primi anni Sessanta, il “Mondo Beat” e la rivolta dei cosiddetti capelloni che erano generalmente pacifisti e antimilitaristi contro le guerre e il sistema. Il giornale omonimo “Mondo Beat” nasce con la collaborazione del ferroviere anarchico Giuseppe “Pino” Pinelli e denuncia l’incombenza del rischio nucleare, la corsa agli armamenti, l’autoritarismo scolastico e sogna una pace universale e una società incorruttibile. “La Zanzara” è il giornale del Liceo Parini di Milano, emblema della borghesia illuminata milanese, che vedrà la sdegnata reazione degli studenti cattolici e conservatori di “Gioventù studentesca”.

Luigi Tenco nel 1967 giunge al Festival di San Remo, dove poi si toglierà la vita. Tenco è uno degli alfieri della cosiddetta scuola dei cantautori genovesi, da Gino Paoli a Fabrizio De André, da Bruno Lauzi a Sergio Endrigo. Per le sue idee politiche Tenco è controllato dagli organi di polizia. Lui denunciava il potere e il sistema di corruzione anche all’interno dell’apparato del Festival.

Nel 1968 scoppia la rivoluzione.

Da Mario Capanna alla polizia che carica gli studenti a Valle Giulia, a Roma, e le parole di Pier Paolo Pasolini; e ancora l’ultimo istante di vita di Martin Luther King, ucciso perchè aveva un sogno, come quello di Bob Kennedy. E ancora il rumore assordante degli aerei Americani che bombardano le pianure del Vietnam. Le urla dei ragazzi che marciano per la Pace con le canzoni di Joan Baez, di Bob Dylan, le poesie di Ferlinghetti. Questo e ancora molto di più è il Sessantotto e la sua musica. Con le origini della ballata italiana, dal nuovo canzoniere, con Ivan Della Mea, Giovanna Marini, Roberto Leydi, Paolo Ciarchi, fino a Milano con Dario Fo e Giorgio Strehler e verso la sterminata prateria della pianura padana con Francesco Guccini. Con il brano “29 Settembre” del 1967, Lucio Battisti inizia la sua collaborazione con Giulio Repetti, in arte Mogol. A quel punto, la canzone d’autore diventa anche un fenomeno commerciale.

Il 1969 è l’anno delle bombe.

L’Italia è colpita al cuore. Sono gli anni di piombo. Decine di gruppi, dalle Brigate Rosse a Prima Linea, dichiarano guerra allo Stato.

Dalla metà degli anni ’60, la radio rompe le barriere. Nel palinsesto fortemente conservatore della Rai, appaiono piccole finestre musicali, che si rivolgono a un pubblico giovane.

E ancora le storie dei festival pop, ossia raduni, spesso oceanici, di musica rock, tra cui il celebre Woodstock, con Jimi Hendrix, Santana, Joe Cocker. Per poi giungere in Italia con la “Festa del proletariato giovanile” al Parco Lambro di Milano, che vede, tra i molti organizzatori, anche “A-Rivista Anarchica”.

E ancora Gianni Sassi il genio a servizio della cultura, fino ad approdare ai nuovi linguaggi della canzone d’autore e del Rock, da De Gregori a Vecchioni, da Rino Gaetano a Paolo Conte e moltissimi altri. Poi il Rock, quello vero e vibrante della Premiata Forneria Marconi, degli Area, con Demetrio Stratos, di Finardi, Battiato, fino al processo ai cantatori, per conto di gruppi della sinistra extraparlamentare che contestano i costi troppo elevati degli ingaggi e dei concerti, al grido “la musica è gratis”.

Con Gaetano Liguori, il Jazz parla ai giovani. Con Fabio Treves, il Blues è delle masse. L’avvento degli anni Ottanta segna il periodo di riflusso che annulla l’impegno civile.

Perchè Enrico Berlinguer parla di questione morale?

Negli anni Ottanta, il benessere deriva dal liberismo economico che si impone con Reagan, la Tatcher e Woitila.

Nel 1989 il crollo del muro di Berlino.

In seguito, con sagace sintesi e analisi contemporanea, Biacchessi traccia uno spaccato, dagli anni Novanta alla congiuntura finanziaria, per narrare nella crisi del mercato e delle nuove idee, le varie storie musicali, dai Gang ai Modena City Ramblers, da Yo Yo Mundi a Massimo Priviero, il menestrello italiano, da Giangilberto Monti a Enzo Guaitamacchi a Renato Scuffietti a Giordano Sangiorgi che costituiscono la colonna portante della scena indipendente musicale italiana e aprono uno spiraglio alternativo di luce nel panorama artistico contemporaneo, purtroppo pervaso dal disimpegno più totale, che si radica in una crisi, non solo economica, ma soprattutto di perdita di ideali, valori e punti di riferimento, in un’epoca priva di idee, di spunti, di impegno creativo, di iniziative culturali e propulsive dal basso.