“Negli ultimi anni, in conseguenza alla crisi economica e finanziaria internazionale il problema del debito pubblico si è manifestato con vigore anche nelle economie dei paesi sviluppati e, in particolar modo, in Europa. Di fonte ad una crisi del debito divenuta sempre più globale, sarebbe opportuno – in questi ultimi mesi dell’anno giubilare della Misericordia – riflettere nuovamente sull’opportunità di ridurre, se non addirittura condonare il debito a quei paesi che schiacciati da questo fardello non riescono a porre le basi per lo sviluppo umano delle persone, soprattutto delle nuove generazioni. Papa Francesco ci ricorda nella Misericordiae Vultus, Bolla di indizione del Giubileo straordinario della Misericordia, come “il richiamo all’osservanza della legge non possa ostacolare l’attenzione per le necessità che toccano la dignità delle persone”. Sempre nel messaggio viene sottolineato come anche il Centro Africano per lo Sviluppo e gli studi di strategia dichiari che “il debito demolisce le scuole, gli ospedali e le cliniche e i suoi effetti sono non meno devastanti di quelli di una guerra”.

Questo forte messaggio, inviato dal cardinal Peter K. A. Turkson, presidente del “Pontificio Consiglio Giustizia e Pace” ai partecipanti al convegno “Dal G8 alla Laudato sì: il Giubileo del debito?” tenutosi a Genova il 19 luglio scorso, è uno dei passaggi più significativi della “Carta di Genova”, il documento conclusivo dell’incontro, sottoscritto da decine di persone impegnate sul problema del debito e dell’impoverimento dei popoli, tra i quali Francesco Gesualdi e padre Alex Zanotelli.

Questa Carta non consiste tanto in un’analisi, seppure nelle premesse si  faccia riferimento a quanto accaduto negli ultimi 15 anni, cioè “il progressivo indebitamento dei popoli e dell’intero pianeta”. Si tratta anzitutto di un impegno che i firmatari prendono pubblicamente per perseguire tre obiettivi:

a) promuovere un diverso modello sociale ed economico che metta al centro la piena dignità di ogni persona nel rispetto della vita del pianeta, nostra casa comune;

b) promuovere una campagna di sensibilizzazione sui temi del debito, della finanza e della ricchezza sociale, che sappia comunicare in forme semplici la complessità di questi temi;

c) avviare, in forma partecipativa e dal basso l’istituzione di una Commissione popolare d’indagine e di verità sul debito pubblico italiano, al fine di sapere se, e in quanta parte, tale debito è illegittimo.

Per raggiungere questi obiettivi viene ipotizzato un percorso di coinvolgimento e di sensibilizzazione che parta dalle realtà locali, che sia inclusivo verso le differenze sociali, culturali e religiose e che metta in rete le esperienze già avviate nei diversi territori.

Monsignor Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne, già presidente di Pax Christi Italia, partecipando al convegno di Genova, ha ricordato che “la remissione del debito è parte fondante del Giubileo, come ci racconta la Bibbia: chi aveva dei debiti, contratti a causa di situazioni difficili, se li vedeva cancellare”.

Non va dimenticato che “sviluppare tra le nazioni relazioni amichevoli fondate sul rispetto e sul principio dell’eguaglianza dei diritti e dell’auto-decisione dei popoli” è  tra i “fini e principi” della Carta delle Nazioni Unite del 1945 e che questo obbligo prevale su ogni altro accordo internazionale (art. 103 Carta ONU).

Per approfondimenti e adesioni: http://www.zenzero.org/blog/?p=78