La cronaca di questa vicenda risulta quasi surreale: i fatti risalgono a martedì 7 luglio, quando durante le ore pomeridiane un gruppo di bambini di età compresa tra i 9 e i 10 anni gioca a palla nei giardini comunali Gen. Dalla Chiesa del Comune di Figline Incisa Valdarno. Da specificare che i bambini giocavano in un’area defilata, lontani da persone e cose.

Una segnalazione anonima perviene alla Polizia Municipale per richiedere il suo intervento, con la motivazione che i bambini arrecavano disturbo alla quiete pubblica.

La Polizia Municipale di Figline Incisa Valdarno, controvoglia, interviene per obbligo di servizio. I bambini si spaventano al solo vederla, smettono immediatamente di giocare a palla, raccolgono le loro  cose e si allontanano dai giardini.

A seguito della segnalazione di questo episodio è nata un’interrogazione comunale, effettuata dai consiglieri di opposizione Simone Lombardi e Piero Caramello e destinata alla giunta PD di Figline Incisa Valdarno.

L’interrogazione chiedeva tra l’altro se di fatto esistesse un divieto che impediva ai bambini e ai ragazzi di poter giocare a palla nei giardini pubblici durante le ore diurne.

La risposta non si è fatta attendere: la giunta, nella figura del Vice Sindaco Caterina Cardi, ha dichiarato quanto segue, citando un articolo del regolamento comunale:

L’articolo 21, “Esecuzione di giochi in luogo pubblico”, prevede: “Sul suolo e sull’area pubblica o di pubblico uso non è consentito eseguire giochi di qualsiasi tipo con espresso divieto di recare pericolo a cose o persone. La Polizia Municipale può intervenire e impartire prescrizioni nell’interesse della sicurezza dei partecipanti, della collettività e per la tutela delle cose pubbliche e private. E’ sempre consentito giocare negli spazi appositamente predisposti. 2 – I giochi organizzati da più persone, con l’utilizzo di strutture fisse o mobili, sono consentiti solo previa autorizzazione nella quale siano inserite le prescrizioni relative all’uso del suolo pubblico e ad ogni altro accorgimento ritenuto opportuno”.

Successivamente è nata un’accesa polemica su un gruppo Facebook – “Sei di Figline se” –  alla quale è seguita un’ulteriore risposta del Vice Sindaco Caterina Cardi: tramite un articolo su un giornale locale on-line, Carli inizialmente ha negato che sia vietato giocare a palla in di un giardino pubblico, salvo subito dopo ribadire che bisogna rifarsi all’articolo 21 del regolamento comunale, che vieta non solo il gioco della palla, ma qualsiasi gioco che potenzialmente possa arrecare pericolo o danno a cose e persone. Ha ribadito infine la necessità di rispettare il divieto citato dall’articolo, paventando anche la possibilità di controlli affinché venga attuato.

Nella risposta s’invita inoltre al “buon senso” e ad andare a giocare al Matassino, presso l’area attrezzata, unico posto pubblico destinato al gioco della palla attualmente esistente in un territorio comunale di oltre 97 Km quadrati e di 23.500 abitanti.

La vicenda si commenta da sé: parlare di “buon senso” risulterebbe persino comico, se tutto non fosse maledettamente vero e preso dalla giunta con una serietà che rasenta l’imposizione di “un editto bulgaro”.

La conferma a oltranza della giunta che è vietato giocare in luoghi pubblici, previa autorizzazione, perché arrecherebbe disturbo, in quanto attività potenzialmente pericolosa e dannosa per cose e persone, purtroppo ha ben poco di comico, bensì è molto avvilente e lascia un’enorme senso di amaro.
Di fatto la giunta comunale, invece di dare la ragionevole disponibilità a mettersi intorno a un tavolo e discutere insieme alla popolazione sul modo di modificare questo articolo del regolamento comunale, di modo tale da garantire il diritto al gioco da parte dei bambini nelle aree pubbliche, si arrocca in una posizione indifendibile. Conferma, giustifica e difende un principio che impedisce il diritto al gioco dei minori, avendo anche la pretesa di scavalcare quanto garantito dai diritti fondamentali dell’uomo.

Con questa risposta la giunta comunale, di Figline Incisa di fatto ha anche la pretesa d’imporre a dei bambini di 9-10 anni, residenti presso l’area dei giardini in questione, di fare chilometri, attraversare una città, una strada e un ponte trafficatissimi, perché sia rispettato il loro diritto al gioco, suggerendogli di auto-rinchiudersi come “animaletti in un recinto”, all’interno dell’area giochi in zona Matassino, unica destinata attualmente su tutto il vasto territorio comunale.

E’ aberrante, infine, ribadire il rispetto dell’articolo di questo regolamento che sembra nato dal ventennio fascista e alzare ulteriormente il tiro della contesa, parlando adesso addirittura di presidiare e controllare le aree pubbliche comunali, affinché tale regolamento venga rispettato.

Chi è nato dagli anni Ottanta in poi sa benissimo che da bambini a nessuno di noi è mai stato vietato di giocare in uno spazio pubblico; nessuno si è mai sognato di dire che giocare arreca disturbo e potenzialmente è pericoloso o dannoso a cose e persone.

Guidare una macchina arreca molto più disturbo ed è in sé molto più pericoloso, ma nessuno afferma che per questi motivi da oggi in poi non si possa più guidare…

Questa storia nata per caso fa paura, perché mostra a quale livello di intolleranza siamo arrivati, specie verso le nuove generazioni a cui viene rubato tutto: il diritto al lavoro, il diritto a una casa, il diritto alla dignità, il diritto ad aspirare alla felicità e adesso si mette pure in dubbio il diritto al gioco…. Leggere fra i vari commenti usciti in seguito affermazioni come “Non solo le auto o le persone soffrono le pallonate, anche l’erba stessa e le giovani piantine ne hanno danno” la dice lunga sul livello a cui siamo arrivati….
Siamo diventati una società profondamente egoista, malata, quasi irrecuperabile ormai, con una classe dirigente e politica che a questo punto personalmente comincio a ritenere meritata, per le tante persone che hanno rinunciato ormai persino a ragionare oltre che a sognare, sempre protese a difendere il loro misero, piccolo, squallido orticello, sempre pronte a sostenere il proprio diritto acquisito a scapito degli altri.

Per fortuna c’è ancora chi lotta, c’è ancora chi crede, c’è ancora chi cerca di dare una risposta differente e fantasiosa, come quella che è nata dalla gente stessa di Figline Incisa Valdarno con una proposta ironica e a modo suo anche commovente. Dopo la polemica e la surreale risposta della Giunta Comunale viene lanciato un evento, per Sabato 30 luglio 2016, alle ore 17,00; presso quegli stessi giardini comunali, in cui si invita la popolazione a venire a giocare, a portare la propria fantasia per rimpallare il divieto.  Nel suo piccolo è una forma di Disobbedienza Civile Nonviolenta, una dignitosa e fantasiosa risposta di protesta a un atteggiamento cieco, politicamente poco intelligente e sicuramente arrogante di una giunta comunale che dimostra ormai di aver perso ogni contatto con la propria popolazione e che dall’alto della propria “torre bianca” emette “editti”. Non vorrebbe nemmeno più riconoscere il diritto a giocare dei bambini su delle aree pubbliche destinate allo svago di tutti (bambini compresi) e si nasconde dietro un articolo di un regolamento comunale completamente da rivedere.

Questa vicenda fa ritornare alla mente una vecchia, ma sempre attuale frase “Una risata vi seppellirà”. Meglio ancora se questa risata sarà quella dei bambini.