Fondato nel 2008 dal filosofo e artista svizzero tedesco Philipp Ruch, il Centro per la Bellezza Politica ha ideato performance, mostre, spettacoli teatrali, installazioni e film per il Teatro Gorki a Berlino, la settima edizione della Biennale di Berlino, il teatro Dortmund, la galleria NGBK, il Centro per l’Arte e la Tecnologia dei Media di Karlsruhe  e la sesta edizione del Kunstsalon di Berlino. Questa intervista punta a far conoscere un gruppo che si propone di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle violazioni dei diritti umani e in particolare il dramma dei profughi con iniziative provocatorie e creative, che hanno spesso suscitato controversie e critiche feroci, ma anche coinvolto migliaia di persone, soprattutto giovani.

Nel vostro sito http://www.politicalbeauty.com/ il Centro per la Bellezza Politica viene definito una “squadra d’assalto”. Da dove è nato il vostro progetto?

Da due fatti fondamentali.
1. Quello che vedevamo nelle organizzazioni dei diritti umani e negli attivisti non ci soddisfaceva. I loro modi, i loro metodi e i loro messaggi erano spesso troppo blandi. Facevano catene umane, veglie e comunicati stampa e basta. Noi però sentivamo il bisogno di lottare in modo più radicale per la stesso obiettivo: sensibilizzare la gente su temi come il genocidio, la violazione dei diritti umani e i crimini contro l’umanità. Volevamo rivolgerci direttamente ai criminali responsabili di queste cose e lanciargli un messaggio chiaro: vi osserveremo e vi denunceremo fino a quando non la finirete con le vostre atroci attività.

2. Tutto questo si univa allo scandalo della noia politica, della bruttezza e della mancanza di politici ispiratori che vedevamo in Germania. Ci sono grandi questioni storiche da decidere – per esempio, vogliamo uccidere intenzionalmente i rifugiati ai nostri confini? Che tipo di Europa vogliamo essere? – eppure non c’è niente di più soporifero e mediocre di un dibattito al Bundestag. C’è una catastrofica mancanza di bellezza, ispirazione, onestà e grandezza umana nella politica. Con i nostri progetti noi vogliamo affrontare questo problema ispirando i politici e la società e ponendo domande come: Chi siamo? Chi vogliamo essere?

Voi usate forme innovative di performance art per denunciare la politica inumana dell’Unione Europea nei confronti dei rifugiati. Potete farci qualche esempio delle vostre iniziative? 

Nel novembre del 2014, in corrispondenza delle celebrazioni per i 25 anni dalla caduta del Muro di Berlino, abbiamo rubato sette croci in ricordo della gente che ha perso la vita cercando di superare il muro e le abbiamo ricollocate ai confini europei, in Grecia, Bulgaria e a Melilla, sulla costa del Nordafrica. Il Muro di Berlino ora è là.

Nel giugno del 2015, abbiamo organizzato un’iniziativa dal titolo “I morti stanno arrivando”. Con il permesso della famiglia, abbiamo sepolto in un cimitero di Berlino una donna siriana di 34 anni, morta nel Mediterraneo nel vano tentativo di raggiungere l’Italia. La bara bianca coperta di fiori era posta davanti a una fila di sedie, ognuna con un foglio bianco con il nome di un politico tedesco. Con la partecipazione di migliaia di attivisti convocati via Facebook abbiamo poi inscenato un funerale di massa in onore di tutti i migranti morti nel tentativo di attraversare il Mediterraneo per arrivare in Europa e scavato finte tombe davanti al Reichstag.

Ora siamo impegnati in un’iniziativa molto forte e provocatoria, sempre sul tema dei rifugiati. Attraverso una grande azione di crowdfunding abbiamo trovato un aereo, il Joachim 1, che a nome della società civile tedesca porterà in Germania rifugiati siriani attualmente in Siria, che avrebbero ogni diritto all’asilo e potranno così riunirsi ai loro cari già nel nostro paese. Abbiamo inviato i loro dati a vari ministeri, ma se il governo federale si pronunciasse contro questa missione, siamo in cerca di profughi disperati disposti a morire per un fine più alto in un’arena che abbiamo costruito al centro di Berlino. Là li aspettano quattro tigri, generoso regalo del dittatore turco per celebrare l’accordo tra il suo paese e l’Unione Europea riguardo ai profughi. I politici europei e in particolare tedeschi sono come gli imperatori romani, che offrivano al popolo cruenti divertimenti per tenerlo buono.

 

Quante persone partecipano al Centro?

Siamo venti membri permanenti e circa duecento che si attivano durante le iniziative.

Perché portate avanti queste attività?

Non ci sono abbastanza persone che fanno azioni contro l’enorme numero di morti ai confini europei. Se i politici si rifiutano di assumersi le loro responsabilità, l’arte deve prenderne il posto e rendere visibile ciò che va perduto nelle vuote chiacchere della politica attuale. Noi chiediamo: “Perché i rifugiati non possono arrivare in Europa in aereo?” Questa è la domanda fondamentale che va affrontata e discussa e dovrebbe portare a un’azione per l’umanità. Neanche i media finora si sono assunti questa responsabilità.

Quali sono i vostri obiettivi e le vostre speranze?

Costringere il governo tedesco a cancellare il paragrafo 3 della legge 63 sugli obblighi delle imprese di trasporto, che le punisce con una multa da 1.000 a 5.000 euro per ogni straniero trasportato in Germania senza passaporto o permesso di soggiorno. Questo costringe i rifugiati ad attraversare il Mediterraneo in viaggi insicuri e pericolosi che dal 2001 hanno causato la morte di 36.000 persone.

Potete spiegare meglio il termine “umanesimo radicale” usato per descrivere le vostre iniziative?

La causa dei diritti umani viene spesso combattuta in modo troppo blando, mentre dovrebbe usare forme più creative e potenti. Stiamo lottando contro i diritti dei più forti per i diritti dei più deboli.

Chi vi ha particoIarmente ispirato?

Umanisti radicali storici come Varian Fry, che nella Francia di Vichy salvò più di 2.000 persone dalla deportazione nazista, organizzandone la fuga negli Stati Uniti, Stauffenberg, uno degli ufficiali tedeschi protagonisti del fallito attentato contro Hitler nel luglio 1944 e Rupert Neudeck, noto per il suo lavoro umanitario in aiuto ai profughi in fuga dai conflitti.

Quali sono i vostri piani per il futuro?

Ristabilire la grandezza umana e la bellezza morale. Prevenire genocidi presenti e futuri, eliminare il muro europeo e costringere il governo tedesco a cancellare la legge vergognosa che impedisce ai rifugiati di mettersi in salvo arrivando in Europa con viaggi aerei sicuri.

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