“Liberate Milagro”. #LiberenAMilagro sta diventando un hashtag virale sulle reti sociali ma anche lo slogan che unisce manifestanti che, da tutte le parti del mondo, hanno preso il caso della detenzione della dirigente indigenista di Jujuy cone un caso internazionale.

Oltre alle petizioni, dichiarazioni di personalità, manifestazioni e conferenze stampa in qualunque città piccola o grande dell’Argentina, riscuote adesioni internazionali la petizione italiana lanciata dalle pagine di Pressenza.

Contemporaneamente una lettera è stata inviata da un gruppo di 27 parlamentari europei di vari partiti e vari paesi in cui si esprime preoccupazione per l’arresto e si esige l’immediata liberazione di Milagro Sala.

 

A Jujuy invece la mobilitazione sta raggiungendo livelli di massa: oltre la “acampada” di fronte al palazzo del Governo che da dicembre sta “disturbando” il Governatore neoeletto Morales (nuovo ma conosciuto per la su cattiva gestione della povertà e dei servizi sociali fin dagli anni ’90 del secolo scorso) e che è all’origine di tutto il conflitto, si sono registrate manifestazioni di solidarietà con Milagro e la Tupac Amaru in tutta la provincia e blocchi stradali simbolici per brevi periodi che volevano richiamare l’attenzione sulla vicenda. In una intervista il Governatore ha denunciato “le ingerenze internazionali” negli affari della provincia, a testimonianza della preoccupazione che il nuovo governo di Jujuy manifesta nei confronti delle giuste richieste di spiegazioni provenienti da diversi settori della società.

 

L’ufficio stampa della Tupac Amaru ha diffuso su twitter il certificato penale immacolato di Milagro Sala, smentendo così le calunnie che parlavano della parlamentare del ParlaSur come di una incallita delinquente. La campagna di denigrazione in Argentina sui media è molto forte dato che la coalizione che ha vinto le elezioni ha un controllo di circa l’80% dei mezzi di informazione.

 

Sul piano legale, nel quale ci sono state numerose dichiarazioni di giuristi sottolineando l’anomalia della stessa detenzione, si aspetta la decisione finale del Giudice del Tribunale di Jujuy che deve decidere sull’istanza di scarcerazione presentata dai legali della Tupac.

Infine dalla Tupac ci tengono a sottolineare che le attività della rete di cooperative continuano a funzionare: si distribuiscono  giocattoli ai bambini, la squadra di pallavolo ha giocato in un torneo internazionale, le cooperative continuano le loro produzioni,  la vita continua a scorrere nei villaggi modello che sono stati costruiti; e questo nonostante il drastico taglio dei fondi realizzato dal nuovo governo e all’origine della protesta.