Per molte persone è più facile, più sicuro e più comodo vivere in un mondo di illusione, in particolare quando questo delirio non richiede lo sforzo di indagare e capire verità che potrebbero rivelarsi sgradevoli. Se l’illusione è rafforzata dai persistenti proclami della propaganda di élite, allora l’idea di mettere in dubbio la propria illusione potrebbe anche non sorgere mai.

Tuttavia, da quando Wikileaks ha pubblicato vaste raccolte di documenti ufficiali, la conoscenza delle realtà geopolitiche più profonde è uscita dal mondo ristretto dell’accademia progressista, esemplificata da studiosi come Noam Chomsky con il suo pubblico entusiasta ma relativamente limitato ai circoli di attivisti, per essere più rapidamente e ampiamente disponibile.

Il libro “I dossier di Wikileaks: Il mondo secondo l’Impero USA” http://www.versobooks.com/books/1931-the-wikileaks-files  che è stato appena pubblicato, ci accompagna in un viaggio per capire come funziona il mondo attraverso la corrispondenza ‘top secret’ di coloro che si considerano i nostri padroni. Dopo una riflessione introduttiva sul contesto da parte di Julian Assange, il nostro viaggio è guidato da diciotto studiosi di prim’ordine che spiegano con cura il significato di una serie di documenti resi pubblici da  Wikileaks e riguardanti le regioni del mondo in cui quegli studiosi sono specializzati.

Nel complesso gli autori forniscono un resoconto estremamente coerente del modo in cui l’impero USA funziona. In sostanza, l’assunto dell’élite imperiale USA, finora mai esaminato e quindi indiscusso, è che essi hanno il diritto di controllare le persone e le risorse del mondo per il proprio beneficio e profitto. Un documento dopo l’altro fra quelli pubblicati da Wikileaks espone questa mentalità al lavoro, qualunque sia il contesto nazionale o regionale in esame.

Inoltre, tutte le armi sono ammesse (indipendentemente dalla loro letalità e legalità) e l’unico interrogativo riguarda la loro efficacia nel raggiungere gli obiettivi imperialistici. Mentre in alcune parti del mondo vi è stato di recente un cambiamento rispetto alla forma più tradizionale di controllo territoriale basato sull’intervento militare, l’imperialismo non territoriale può essere altrettanto distruttivo.

Questo perché la retorica dell’impero moderno -che descrive il sistema globale come ‘composto da stati-nazione liberal-democratici, collegati da mercati più o meno liberi e regolati dal diritto internazionale’- maschera la realtà, cioè che l’élite imperiale degli Stati Uniti si considera l’avanguardia di questo ordine globale con il diritto di violare le sovranità statali, per controllare i mercati (anche tramite accordi di “libero commercio” dettati dalle multinazionali) e di essere al di sopra del diritto internazionale. In breve, il controllo del territorio è ‘meno importante rispetto al controllo dei mercati dei capitali, della manodopera e delle risorse’.

Così ‘le brutalità rivelate da Wikileaks non sono aberrazioni… i metodi USA di fare la guerra prevedono di terrorizzare i civili… Il terrore è un elemento quintessenziale dell’impero americano, ma anche altri metodi violenti sono spesso utilizzati in contesti particolari.

E quali sono questi altri metodi? Ecco una lista incompleta: mentire all’infinito (dicendo qualcosa pubblicamente mentre si fa il contrario, per esempio, dire pubblicamente che ‘gli Stati Uniti cercano le migliori relazioni possibili con tutti i governi’ mentre si danno da fare per minare i governi che non servono gli interessi degli Stati Uniti e delle multinazionali); ‘il rafforzamento delle istituzioni democratiche’ (che significa finanziare e assistere in innumerevoli altri modi organizzazioni di destra di altri paesi che sono in sintonia con gli interessi delle élite USA); ‘sostegno alla società civile’ (un gergo per sostenere materialmente le ONG con forti collegamenti internazionali, piuttosto che gruppi con un’ampia rappresentanza di base, a livello delle comunità locali); il finanziamento e il sostegno a gruppi violenti dell’opposizione; la formazione di leader degli studenti e di altri movimenti di destra; i rapporti privilegiati con i capi militari; l’utilizzo dei media multinazionali per minare certi governi nei consessi internazionali (per esempio, insistendo su elezione promesse ma non ancora espletate); il sabotaggio delle iniziative per lo sviluppo nazionale autonomo e l’isolamento di quei governi a livello internazionale.

Va notato, naturalmente, che il potere imperiale comporta anche il privilegio di distribuire pagelle (che sono fedelmente riportate dalle sue armi di propaganda, compreso il sistema dell’istruzione e i media multinazionali). Quindi, ‘terrorismo’ è sempre qualcosa fatto dal nemico, non dall’élite imperiale USA. E, naturalmente, ‘noi non torturiamo’ viene ripetuto senza fine mentre le vittime vengono ingozzate d’acqua fino ad annegare, o vengono appese al soffitto con le mani legate dietro la schiena fino a quando il torace collassa e loro muoiono, o vengono stuprate con bastoni chimici. Ma i politici si chiedono: ‘Questa è davvero tortura?’

Ci sono ottimi capitoli su molti paesi e su diverse importanti regioni geopolitiche del mondo, che forniscono una grande varietà di esempi di come l’imperialismo USA si è manifestato ed è in continua evoluzione. Ho particolarmente apprezzato la possibilità di avere una sempre miglior conoscenza sull’ingerenza degli Stati Uniti in Iran, Russia, Sud Africa, Turchia, Asia orientale e Centro-Sud America, con il Venezuela che fornisce un caso di studio prevedibilmente affascinante. Ma senza dubbio anche le regioni di vostro particolare interesse ricevono una notevole attenzione.

In aggiunta a questo, ci sono ottime descrizioni dei molti altri modi in cui si manifesta l’imperialismo americano, come ad esempio il modo in cui il governo degli Stati Uniti e le sue numerose agenzie agiscono come tramiti obbligatori per le multinazionali statunitensi, comprese quelle che traggono profitto dalla produzione di armi e di organismi geneticamente modificati. E anche la manipolazione delle Nazioni Unite, pur largamente nota, è vividamente illustrata nei documenti diffusi da Wikileaks.

Fortunatamente ci sono anche alcuni esempi ispiratori dei modi in cui potenti governi orientati a servire le persone hanno resistito all’impero USA: espellendo ambasciatori, chiudendo basi militari e tenendo fuori dai loro paesi particolari agenzie, multinazionali e media, per fare solo alcuni esempi. Alcuni paesi si sono rifiutati di partecipare a operazioni militari internazionali dominate dagli Stati Uniti e hanno creato istituzioni concorrenti, come l’Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America (ALBA) e i BRICS (accordi Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica –ndt-).

La mia unica critica a questo lungo e peraltro eccellente libro è che nessun autore ha identificato la follia pura di quelle élite che progettano e poi ordinano l’attuazione di politiche che hanno lo scopo di controllare, sfruttare, torturare, terrorizzare e/o uccidere esseri umani loro simili e/o di distruggere una o più parti del nostro mondo naturale e culturale, al solo scopo di consolidare il proprio controllo. Inoltre, i loro agenti, che vanno dai diplomatici delle ambasciate ai mercenari (“appaltatori militari”) sul terreno, non sono meno folli.

Leggendo questo libro, mi sono sentito più volte nauseato nel constatare come funzionari statunitensi, spietati o talora indifferenti, abbiano deciso linee d’azione che hanno causato morti, spesso di vasta o addirittura massiva portata. E alcune persone piuttosto ordinarie hanno gareggiato con l’élite. È normale quello che fanno? E ‘mentalmente sano’? La maggior parte delle persone lo farebbe? Ovviamente no. L’élite USA, e le élite in generale, sono gravemente malate nella psiche. E così sono coloro che non hanno la capacità morale e il coraggio di disobbedire ai loro ordini. O, per dirla in altro modo: accettare denaro per sfruttare o uccidere altri è agire da codardi.

Per ribadire: a mio avviso è importante identificare e chiamare per nome la pazzia delle élite. Questo è ciò che abbiamo bisogno di capire e spiegare, in modo da sviluppare una strategia più globale per farvi fronte. E non ho alcun dubbio che questo sia un tema fondamentale del nostro tempo. Perché se non approntiamo strategie per sconfiggere la pazzia d’elite, i nostri sforzi collettivi per fermare la violenza e le guerre dell’impero statunitense, così come le molte rapine delle sue multinazionali, falliranno. E falliranno i nostri sforzi per scongiurare la nostra stessa estinzione.

La semplice verità è che nessun essere umano sano di mente dedica il proprio tempo a progettare e realizzare politiche di controllo, sfruttamento, tortura, terrorismo e uccisione di altri esseri umani. In realtà, al di fuori dei contesti imperialistici, le persone che fanno queste cose di solito si trovano in carcere o in un istituto psichiatrico per tempi molto lunghi.

Allora, se volete la mia spiegazione sulla follia delle élites e come possiamo resistervi, potete leggere un resoconto in ‘L’élite globale è pazza’ http://www.scoop.co.nz/stories/PO1402/S00056/the-global-elite-is-insane.htm. Trovate maggiori dettagli in ‘Perché la violenza?’ http://tinyurl.com/whyviolence e in ‘Psicologia della paura e del coraggio: principi e pratica’ http://anitamckone.wordpress.com/articles-2/fearless-and-fearful-psychology/. Se siete inclini a resistere all’impero USA, siete invitati a impegnarvi pubblicamente firmando il documento online ‘Carta dei popoli per la creazione di un mondo nonviolento’ http://thepeoplesnonviolencecharter.wordpress.com

Un ultimo punto: ci vuole intelligenza e coraggio per criticare e resistere al regime imperiale mondiale degli Stati Uniti e questo non può avvenire se ascoltiamo quegli individui codardi e servili che lavorano nei media multinazionali per conto dell’impero. La scelta delle fonti d’informazione è importante.

E non dimenticate che potete sempre controllare le ultime rivelazioni di Wikileaks sul loro sito web http://wikileaks.org . Nonostante la persecuzione di Julian Assange, dei suoi colleghi e di quelle persone brave e coscienziose che fanno trapelare le informazioni che le élite violente sono così ansiose di nasconderci, possiamo essere grati che Wikileaks abbia il coraggio di dirci la verità. L’impero degli Stati Uniti non lo farà mai.

Traduzione dall’inglese di Leopoldo Salmaso

Notizie sull’autore:

Robert J. Burrowes si è impegnato tutta la vita a capire la violenza umana per porle fine. Ha svolto ricerche estese fin dal 1966 nello sforzo di capire perché gli esseri umani sono violenti, ed è stato un attivista della nonviolenza dal 1981. E’ l’autore di ‘Why Violence?’ Il suo indirizzo email è flametree@riseup.net e il suo sito internet si trova su http://robertjburrowes.wordpress.com