Oggi, per la prima volta dopo 12 anni, la ‘Zona verde’, il centro di Baghdad torna ad essere aperto a tutti. Rimossi i check point militari che regolavano il passaggio di chi entrava nell’area, divenuta una vera e propria cittadella fortificata dopo l’invasione americana del 2003.

“È il primo di una serie di riforme che abbiamo promesso al nostro popolo” ha annunciato il premier Haidar al Abadi, aggiungendo che, comunque, alcune restrizioni rimarranno, come in alcune strade per il cui accesso sarà necessario disporre dei pass.

L’area, che si estende su una superficie di 10 chilometri quadrati sulla sponda occidentale del fiume Tigri, ospita al suo interno uffici governativi e ambasciate.

La decisione di renderla accessibile rientra nell’ambito delle iniziative volute dal nuovo governo – che ha posto al centro dei suo governo la lotta alla corruzione e alle divisioni settarie. Nelle ultime settimane la capitale irachena era stata teatro di violente manifestazioni di protesta contro la mancanza di servizi essenziali e i continui black-out.

Per anni molti iracheni hanno identificato la ‘Green zone’ – protetta da alti muri di cemento e filo spinato – con il simbolo della corruzione e della distanza sempre più ampia tra lo stile di vita dei cittadini comuni e quello delle personalità di spicco della nuova classe politica.

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