L’educazione alla nonviolenza nelle scuole è un tema cruciale per il futuro. In Italia ci sono poche esperienze al riguardo. Ne parliamo con Annabella Coiro, dell’associazione internazionale umanista Mondo Senza Guerre e Senza Violenza, socio fondatore della Casa delle Donne di Milano, formatore al comportamento nonviolento in diverse scuole secondarie inferiori e superiori milanesi e referente di un progetto unico in questo campo.

Insieme ad altri ti occupi da anni di questo tema. Com’è cominciato questo percorso?

Crediamo profondamente che la nonviolenza conduca alla piena realizzazione dell’essere umano e siamo sicuri che un percorso di prevenzione sia più potente che molte azioni di contrasto. Quale miglior ambito delle scuole, luogo di educazione per eccellenza, dove iniziare un profondo cambiamento, che ci faccia uscire dagli automatismi delle risposte “occhio per occhio e dente per dente” e ci insegni ad affrontare diversamente il disagio e le paure che ci assalgono ogni giorno? Abbiamo bisogno di individui che abbandonino una mentalità arcaica e raggiungano un senso comunitario pienamente sviluppato. Non si tratta solo di trasmettere informazioni sulle possibilità del cambiamento; è necessario anche far sperimentare a ragazzi e ragazze che ci sono modi concreti per trasformare le azioni da “ominide” in azioni da “humanus”…

In questo modo sarà possibile gestire l’aggressività, acquistare la consapevolezza delle nostre potenzialità di essere umani e migliorare decisamente le relazioni interpersonali e sociali. Questo ci condurrà verso una vera evoluzione e ci permetterà di superare la sofferenza generata dalla violenza, anche quella violenza inconsapevole che ognuno perpetua ogni giorno, verso il proprio compagno/a, nella famiglia, a scuola e nella quotidianità della propria vita.

La nostra associazione si occupa di nonviolenza da moltissimi anni, ma il percorso più direzionato alle scuole è partito nel 2009: in occasione della Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza, abbiamo cominciato a lavorare insieme alla Comunità per lo Sviluppo Umano in diverse scuole elementari e medie di Milano e provincia, con laboratori di sensibilizzazione sui temi della Marcia che terminavano con produzioni artistiche.  L’entusiasmo e l’interesse di migliaia di ragazzini e ragazzine che hanno partecipato alla marcia in piazza Duomo ci hanno spinti ad avviare un percorso costante di educazione alla nonviolenza nelle scuole.

Il primo passo, nel 2010, è stato avviare le relazioni con l’Istituto Comprensivo Scarpa-Cairoli in Zona 3, per poi realizzare laboratori didattici su pace, disarmo e nonviolenza con le classi di terza media. Nel 2012 abbiamo vinto il bando del volontariato con il progetto “Aggregarte”, aggiungendo laboratori esperienziali di espressione artistica. Al termine dell’anno scolastico abbiamo progettato e installato una scultura sulla nonviolenza dal nome ‘Il mondo in fiore’, nei giardini Marisa Bellisario di Piazzale Udine, insieme alle associazioni Casa per la Pace Milano, Cooperativa Interculturando, Ass. Ai-cher, Ass PLAnet Milano e Ass. Amici delle scuole Cairoli e Scarpa, allo scopo di sensibilizzare gli abitanti del quartiere. Nel 2013 insieme alla Comunità per lo Sviluppo Umano, abbiamo iniziato a creare una rete permanente con le istituzioni e tutta la filiera educativa (insegnanti, genitori ed educatori). Il Consiglio di Zona 3 ha patrocinato il progetto “Tu e Io”, con laboratori esperienziali nell’Istituto Vespucci, l’Istituto Scarpa-Cairoli e il Liceo Virgilio. Nel 2014 abbiamo vinto il bando del volontariato di quell’anno e ampliato la rete con altre associazioni e scuole, ampliando l’influenza anche nella Zona 2: associazioni di genitori, la Casa delle Donne di Milano, la scuola Casa del Sole (Trotter) e il Centro Formazione Professionale della provincia di Milano. All’inizio di questo anno, in collaborazione con il Comune di Milano, abbiamo deciso di ampliare ulteriormente il progetto, dal punto di vista della presenza nel territorio e dell’influenza nella scuola. Si tratta di una sperimentazione unica in Italia, con un percorso di formazione alla nonviolenza per le scuole della durata di due anni, intitolata: ‘Io cambio il futuro: educare alla nonviolenza a Milano’.  

Puoi spiegare meglio questo progetto?

Grazie al successo dei primi esperimenti, vorremmo dimostrare che agendo in modo costante sui ragazzi e sugli adulti, alla fine dell’anno scolastico i risultati sia disciplinari che di apprendimento e relazione possono migliorare notevolmente in soli due anni.

Il progetto verte su due tipologie di interventi:

–  SPERIMENTAZIONE DELL’ORA DELLA NONVIOLENZA NELLA SCUOLA MEDIA

–  EDUCAZIONE FRA PARI NELLE SCUOLE SUPERIORI

L’ora della nonviolenza prevede:

– laboratori settimanali di un’ora per gli allievi di seconda media per due anni consecutivi.

– 40 ore di formazione per gli insegnanti.

– 30 ore di formazione per i genitori.

Per ora una prima sperimentazione verrà realizzata alI’istituto comprensivo Narcisi, con il patrocinio del Consiglio di Zona 6, dal 15 ottobre di questo anno scolastico fino al giugno del 2017.

L’educazione tra pari prevede nel primo quadrimestre dell’anno scolastico la formazione di alcuni ragazzi e ragazze di 3a superiore che si auto-propongono e un percorso di tutoring nel secondo quadrimestre, seguendo i formatori presso le classi prime. Nell’anno successivo grazie all’impegno dei ragazzi che si sono formati, l’educazione alla nonviolenza potrà proseguire anche senza il nostro intervento. La specificità di questo percorso è sviluppare la creatività e costruire insieme ai ragazzi e alle ragazze gli strumenti per far sperimentare la nonviolenza ai coetanei secondo il loro punto di vista, utilizzando i mezzi a loro più congeniali, come i social o in generale l’interattività e l’immaginario visivo. E’ questo il percorso che sta per iniziare con otto tra studenti e studentesse dell’Istituto professionale Vespucci. Gli insegnanti parteciperanno con 16 ore di formazione.

Entrambi i progetti prevedono uno screening qualitativo all’inizio e al termine del percorso, oltre che un’analisi conclusiva. Gli incontri si svolgono durante ore scolastiche cedute a turno dagli insegnanti che aderiscono al progetto.

I laboratori si basano sui principi del Nuovo Umanesimo Universalista e sulla pedagogia dell’intenzionalità. Adottano principalmente gli strumenti individuati dal filosofo argentino Mario Rodriguez Cobos (detto Silo),  attingendo anche da numerosi altri scritti sulla nonviolenza nei processi educativi, come quelli dell’antropologa belga Pat Patfoort e da studi più ampi sullo sviluppo delle capacità umane.

Nello specifico, il metodo nonviolento proprio dell’Umanesimo Universalista si basa su:

1) riconoscimento della sofferenza e della violenza interna ed esterna, personale e sociale

2) sperimentazione e apprendimento degli strumenti utili all’azione nonviolenta e al superamento della sofferenza.

Il nostro metodo è innanzitutto esperienziale e induttivo e si basa su una visione strutturale e dinamica, in cui tutto è in relazione e in evoluzione.

I laboratori vanno al di là dell’apprendimento cognitivo della teoria; le azioni mirano sempre a considerare il coinvolgimento di tutte le caratteristiche dell’essere umano, le funzioni motorie, intellettuali, emotive e quelle che appartengono al mondo interiore. Ci saranno momenti non valutativi delle prestazioni dei ragazzi, che introducono modalità di cooperazione e collaborazione, stemperano la competitività scolastica e aumentano la fiducia dell’ambito scuola.

Ci sono molti studi e molte attività che promuovono una scuola diversa, la trasformazione dell’educazione scolastica da “informativa” a un’esperienza integrata con lo sviluppo umano; noi stiamo cercando di mettere solo un tassello per dimostrare che una comunità scolastica nonviolenta può trasformare i propri componenti e alimentare la loro crescita personale.

Tutte le attività sono gratuite e sostenute dall’impegno dei volontari delle associazioni. Il progetto è elaborato e realizzato insieme alla Comunità per lo Sviluppo Umano di Milano e vede il coinvolgimento della Casa delle donne e di alcuni professionisti nell’ambito del Counseling scolastico.

Il progetto ha ricevuto il patrocinio del Comune di Milano e verrà lanciato ufficialmente in occasione della celebrazione della ‘Giornata internazionale della Nonviolenza’, venerdì 2  ottobre presso la Casa delle Donne di Milano in via Marsala 8.

Hai parlato dell’unicità del progetto in Italia. Ci sono altre esperienze avviate da Mondo Senza Guerra e Senza Violenza in altri paesi?

Sì, ci sono esperienze simili: anche se non seguono lo stesso percorso, puntano comunque a far crescere l’educazione alla nonviolenza nelle scuole, nelle università e nell’ambito della società civile: posso citare l’Incontro Universitario per la Pace tenutosi nel campus dell’Università Cristiana Evangelica Nuovo Millennio (UCENM) a Peña Blanca, in Honduras, nell’aprile del 2013, il Forum Universitario per la Pace e la Nonviolenza che si è tenuto nel dicembre del 2014 all’Università Doctor Andrés Bello di Chalatenango (El Salvador), il Forum per la Nonviolenza che si è svolto a Madrid nell’aprile di quest’anno con relatori di vari paesi, i corsi sulla nonviolenza organizzati in numerose scuole di Atene e Creta e l’esperienza di Run this way; lanciata nel 2011, ha ormai coinvolto migliaia di studenti con eventi sportivi e culturali organizzati ogni anno in Canada, Francia, Equador e Argentina e attività di promozione del dialogo tra giovani appartenenti a diverse culture e religioni.

Quanti sono i volontari impegnati nel progetto a Milano?

Una ventina, di cui dieci esperti nella formazione che hanno la disponibilità di tempo per andare nelle scuole. Non è semplice, considerando che molti lavorano e l’impegno si svolge necessariamente nell’orario scolastico.

Come pensi che il progetto si possa sviluppare?

E’ necessario formare molti educatori e insegnanti sui temi della nonviolenza, affinché possano tenere sempre più incontri nelle scuole. In questo modo il progetto potrà continuare anche senza l’intervento del nucleo centrale di formatori delle associazioni.

Abbiamo elaborato dei corsi specifici per docenti e studenti universitari di scienze dell’educazione e della formazione che partiranno nel gennaio 2016, ma soprattutto insieme alla Comunità per lo Sviluppo Umano stiamo per aprire a Milano il primo Centro di Nonviolenza Attiva: vogliamo creare un ambito di esperienza, studio, riflessione e sperimentazione di forme, metodologie e strumenti per risvegliare la coscienza della Nonviolenza Attiva secondo l’umanesimo universalista. Non basta opporsi alla violenza fisica; bisogna rifiutare anche ogni altra forma di violenza (economica, razziale, psicologica, religiosa e di genere), come base per la futura Nazione Umana Universale.

La sede del Centro sarà quella della nostra associazione, in via Mazzali 5. Stiamo mettendo a punto gli ultimi dettagli per inaugurarlo entro quest’anno.

Abbiamo la speranza che col tempo riusciremo a creare un corso di laurea specifico sugli studi e la formazione alla nonviolenza, come esiste il corso di laurea in scienze per la pace in alcuni atenei italiani. Sembra incredibile che un compito così importante sia affidato alla disponibilità del volontario e che non sia invece una professione ricercata e ben pagata.

C’è una frase che possa sintetizzare il vostro impegno per l’educazione alla nonviolenza?

La mia preferita è una frase di Silo in “Umanizzare la Terra”: “Se vuoi crescere, aiuterai a crescere coloro che ti circondano.”

www.centrononviolenzattiva.org

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