Sono scoppiate violente tensioni al confine greco-macedone, dopo la chiusura della frontiera che ha impedito a migliaia di migranti di entrare nel paese. Le équipe di Medici Senza Frontiere sono sul posto, nei pressi della cittadina di Idomeni, stanno curando i feriti e offrono assistenza medico-umanitaria.

In particolare:

le nostre équipe hanno assistito 10 persone ferite dalle schegge delle granate assordanti utilizzate per disperdere la folla. Sei di loro presentavano ferite minori e sono state trattate sul posto mentre 4 hanno richiesto il trasferimento in ospedale. Uno di loro era stato anche picchiato da membri dell’esercito macedone.

nella sola giornata di ieri (20 agosto, ndr), MSF ha trattato più di 100 persone, il picco più acuto da quando abbiamo avviato le attività a Idomeni in aprile. Tre pazienti sono stati trasferiti in ospedale: una donna incinta con dolori e un’emorragia, un bambino siriano di un anno che pochi mesi fa aveva subito un intervento chirurgico e necessitava di cure ospedaliere e un rifugiato di 24 anni che ha raccontato di essere stato picchiato dalla polizia macedone. Quattro persone erano svenute per la stanchezza, il caldo e la fame.

Medici Senza Frontiere sta anche distribuendo beni di prima necessità.

Le nostre équipe non hanno mai visto prima così tante persone alla frontiera. In questo momento ce ne sono più di 3.000. Di fronte al blocco di ieri, tra rifugiati e migranti si è diffuso un forte sentimento di frustrazione e rabbia.